Faenus agitare et in usuras extendere ignotum; ideoque
magis servatur quam si vetitum esset. Agri pro numero cultorum ab universis in vices occupantur, quos mox inter se secundum
dignationem partiuntur; facilitatem partiendi camporum spatia praestant, Arva per annos mutant, et superest ager. Nec enim cum
ubertate et amplitudine soli labore contendunt, ut pomaria conserant et prata separent et hortos rigent: sola terrae seges
imperatur. Unde annum quoque ipsum non in totidem digerunt species: hiems et ver et aestas intellectum ac vocabula habent,
autumni perinde nomen ac bona ignorantur.
Versione tradotta
Prestar denaro a interesse e arrivare fino all’usura è cosa
per loro sconosciuta; per questo se ne guardano più che se fosse vietato. Occupano, volta a volta, le terre in proporzione al
numero di chi le lavora e poi le dividono fra loro in base al rango; la grande estensione del terreno facilita la ripartizione.
Cambiano ogni anno il suolo coltivato e vi è sempre terra in sovrappiù. Infatti non faticano a sfruttare la fertilità o
l’ampiezza del suolo piantando frutteti, delimitando prati, irrigando orti: alla terra non chiedono che grano. Quindi non
dividono, come noi, l’anno in stagioni: dell’inverno, della primavera e dell’estate hanno la nozione e la parola
corrispondente; dell’autunno ignorano il nome e i prodotti.
- Letteratura Latina
- Germania di Publio Cornelio Tacito
- Tacito