Quid de pratorum viriditate aut arborum ordinibus aut vinearum olivetorumve specie plura dicam? Brevi
praecidam: agro bene culto nihil potest esse nec usu uberius nec specie ornatius; ad quem fruendum non modo non retardat, verum
etiam invitat atque adlectat senectus. Ubi enim potest illa aetas aut calescere vel apricatione melius vel igni, aut vicissim
umbris aquisve refrigerari salubrius?
Versione tradotta
Che dire di più sul verde dei prati o sui filari degli alberi o sulla bellezza delle vigne o
degli oliveti? Taglierò corto: nulla può esistere di più redditizio per utilità e di più gradevole alla vista di un campo ben
coltivato. E a godere di esso la vecchiaia non solo non ci è di impedimento, ma anzi ci invita e ci alletta: dove infatti può
quella età o meglio riscaldarsi standosene al sole o davanti al fuoco, oppure rinfrescarsi più salubremente sia allombra sia
con lacqua?
- Letteratura Latina
- De Senectute di Marco Tullio Cicerone
- Cicerone
- De Senectute