All’indomani della seconda guerra mondiale, il mondo si ritrovò diviso in due sfere d’influenza: da una parte c’erano i Paesi del blocco occidentale, sotto l’egida statunitense, dall’altra i Paesi del blocco comunista, controllati più o meno strettamente dall’Urss; fu il giornalista Walter Lippmann a coniare il fortunato termine di “guerra fredda”, con cui si descriveva in maniera efficace la forte tensione che si creò nei rapporti tra Usa e Urss, che non sfociò in un confronto bellico vero e proprio, ma si combatté attraverso l’equilibrio del terrore, la corsa agli armamenti nucleari e i conflitti nelle aree del Terzo mondo (soprattutto America Latina e Medio Oriente) per imporre la propria influenza. Il primo motivo di scontro si ebbe nel 1946, quando Truman intervenne nello scontro che opponeva l’Urss alla Turchia per il controllo dello Stretto di Dardanelli; più delicato fu il contrasto sorto nel 1948 in seguito alla decisione di Inghilterra, Usa e Francia di integrare le zone della Germania sottoposte alla loro protezione: a tale atto l’Urss rispose con il blocco degli accessi a Berlino, superato dagli Usa grazie a un ponte aereo con cui riuscirono a rifornire la loro zona della città.
Spiega cosa si intende con le espressioni guerra fredda, bipolarismo o sistema dei blocchi.
24 Maggio 2012
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