Tesina - Cappuccetto Rosso agli occhi di una licea - Studentville

Tesina - Cappuccetto Rosso agli occhi di una licea

tramite la storia riadattata di cappuccetto rosso ci si ricollega a diversi argomenti relativi ai bambini ed all'infanzia

Tesina: Umanistica[br] Di: Alessandra D. [br] Tipo Scuola: Liceo Scientifico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]C ’era una volta una bambina, bella, sorridente e dolce, una bambina come tante, una bambina come le nostre, figli, fratelli, nipoti…Il suo nome era Cappuccetto Rosso. Cappuccetto voleva molto bene alla sua mamma ed anche alla sua nonnina che viveva nel bosco vicino alla sua casetta. Tutti i giorni la mamma di Cappuccetto preparava una deliziosa torta di mele e mandava la bambina dalla nonna con un cestino colmo di provviste. Quel giorno come di consueto la mamma porse il cestino alla dolce bimba e le chiese di andare nel bosco, ma si raccomandò affinché la piccolina passasse per la strada principale, poiché un lupo pericoloso era stato avvistato nel bosco. Una volta nel bosco, però, Cappuccetto intravide non molto distante dalla strada che stava e doveva seguire una stupenda aiuola di tanti fiori dai colori sgargianti. Stupita da quello spettacolo, abbandonò il sicuro sentiero per raccogliere quei fiori profumati e portarli alla nonna. Come tutti i bambini Cappuccetto guardava tutte le cose con stupore e meraviglia, possedeva una speciale sensibilità, quella sensibilità che solo un fanciullo può avere. E così che Pascoli definì il “fanciullino” quel bambino che è dentro ognuno di noi da sempre e per sempre. Quello che in tenera età confonde la sua voce con la nostra, ma che “rimane piccolo anche quando noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce” mentre “egli fa sentire il suo tinnulo squillo come di campanella”, quello che “piange e ride senza un perché di cose, che sfuggono ai nostri sensi ed alla nostra ragione”, che guarda tutte le cose con stupore e meraviglia senza cogliere i rapporti logici di causa-effetto, ma intuendo; il fanciullino è colui che “scopre nelle cose le relazioni più ingegnose”, che riempie ogni oggetto della propria immaginazione e dei propri ricordi, trasformandolo in simbolo. Il poeta per Pascoli è colui che riesce ancora ad udire la voce del fanciullino che vive dentro di noi, che riesce a tenerlo vivo. Il poeta è colui che pur mantenendo una razionalità di fondo, organizzatrice della metrica poetica, possiede una sensibilità speciale, che gli consente di caricare di significati ulteriori e misteriosi anche gli oggetti più comuni; il poeta deve saper combinare il talento della fanciullezza (saper vedere), con quello della vecchiaia (saper dire). Infatti, il fanciullino riesce a cogliere negli oggetti quel qualcosa che agli occhi di un adulto sembra futile, mentre “noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare”, egli vi tiene fissa “la sua antica serena meraviglia”.

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