Tesina: Umanistica[br] Di: Francesca M. [br] Tipo Scuola: Tecnico Commerciale [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]Il termine «totalitarismo» è stato coniato dagli antifascisti italiani già nella prima metà degli anniâ20. Successivamente, gli stessi fascisti lo usarono in senso positivo per definire la loro aspirazione ad unâidentificazione totale tra stato e società , ma fu introdotto nella sua accezione odierna nel secondo dopoguerra dallâebrea Hanna Arendt nella sua opera âLe origini del totalitarismoâ, per definire i regimi antidemocratici del XX secolo, caratterizzati dalla mancanza di controllo delle istituzioni rappresentative sul governo, dallâassenza della libertà di stampa e di associazione, dalla mobilitazione ideologica delle masse come strumento di controllo della società da parte del capo e del partito unico. I totalitarismi,naturalmente,hanno numerosi punti di contatto nellâideologia e nellâamministrazione del potere, ma presentano comunque delle differenze significative per le manifestazioni e per gli esiti raggiunti. In Italia, il primo dopoguerra è caratterizzato da una situazione di grande conflittualità sociale. Operai e contadini avanzano rivendicazioni sindacali facendo ampio ricorso allo sciopero, mentre i movimenti nazionalisti, parlano di âvittoria mutilataâ, per lâinsoddisfacente esito dei trattati di pace. Nelle elezioni del 1919 si affermano i âpartiti di massaâ (socialisti e i cattolici con don Luigi Sturzo). Ma al governo rimane la vecchia classe politica liberale. Nel 1919 viene fondato il movimento fascista, per iniziativa di Benito Mussolini. Ma è la Germania lo Stato che vive la situazione post-bellica più difficile, per effetto delle condizioni imposte dalle potenze vincitrici. Nel 1919 è stata costituita la Repubblica di Weimar, anche se il forte malcontento contro i Paesi vincitori, favorisce la diffusione delle idee nazionaliste di Adolf Hitler, che nel 1933 ,a capo del governo ,avvia la realizzazione di uno Stato Totalitario. In Italia la propaganda,cerca di ridurre al silenzio le voci di dissenso. La risposta degli intellettuali al fascismo è tuttâaltro che unanime. Se molti si schierano a favore e diventano scrittori organici al regime (DâAnnunzio), altri riescono a opporsi solo in virtù del loro particolare prestigio, come il critico Croce che scrive âIl manifesto antifascistaâ, a cui aderiscono scrittori come Montale. Ma, in linea generale pochi hanno il coraggio di rifiutare apertamente il fascismo, come Pirandello. Una denuncia alle costrizioni che il Totalitarismo impone, è chiara nel celebre romanzo 1984 (Nineteen Eighty-Four dello scrittore inglese George Orwell che illustra l’ingranaggio di un governo totalitario. L’azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l’anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati:Oceania, Eurasia ed Estasia.
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