Tesina: Umanistica[br] Di: Lisa S. [br] Tipo Scuola: Liceo Classico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]Negli ultimi anni il cinema ha iniziato, con maggiore frequenza rispetto al passato, a diffondere film, documentari e lungometraggi riguardanti la shoah. Queste testimonianze hanno risvegliato le coscienze e contribuito a mantenere viva la memoria della catastrofe che ha colpito lâEuropa del XX secolo. Lâazione del tempo ha consentito lo sviluppo di un processo di sedimentazione storica e sociale che ha favorito lâincremento dâidee e riflessione da parte dei registi, scrittori ed artisti i quali si sono confrontati con un evento che ha tragicamente cambiato il volto del mondo occidentale. Personalmente ho trovato molto originale e innovativo il modo in cui Benigni ha affrontato questo delicato tema nel suo capolavoro La vita è bella. Questo film ci offre un nuovo punto di vista sullâargomento: quello di un padre e quello del suo commovente tentativo di rendere meno dura agli occhi del figlio lâinaccettabile crudeltà del nazismo. Nello scenario della persecuzione agli Ebrei e dei campi di concentramento è narrata in forma semi-comica una storia vera: una storia dâamore, nella prima parte, tra il protagonista e colei che diventerà sua moglie per poi continuare nellâamore per il figlio. Già dalle prime scene ho colto la gioia che trasmette lâinterprete, di essere vivo per qualcuno; Guido si sforza di non far capire la triste realtà al suo Giosuè, ha il duro compito di salvare il bambino dalla bufera della guerra: lo protegge, lo nasconde, gli âcopreâ gli orrori. Si costringe ad essere di buon umore, trasmettendogli fiducia e gioia. Non è un film che invita a mentire ai bambini per far loro credere che il mondo sia diverso da quello che realmente è, anzi, secondo me, racconta con particolare delicatezza il âdoloreâ dellâessere adulto e la âmeravigliaâ dellâinfanzia. La trasformazione del reale da parte di Guido è volta unicamente alla salvaguardia della âlibertà â dellâimmaginario del bambino, che non merita di conoscere lâinaccettabile realtà del nazismo. Alla fine, senza bisogno di mentire, trionfa il reale trasformato in gioco: è ânellâessere bambiniâ, nel capovolgere la triste realtà che è possibile trovare una speranza, una via dâuscita. Un film che fa ridere nella stessa misura in cui fa piangere: Benigni ha messo in evidenza che anche nella disperazione si deve lottare per sopravvivere, che anche in situazioni difficili si deve continuare a lottare perché, alla fine, âla vita è bellaâ. Egli ha saputo unire dramma e commedia con grande armonia, proprio come avviene nella vita.
- Tesine