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L’Idea dell’Europa di Giorgio Reali Ho scelto questo argomento perché non solo è attuale ma è anche interessante. Vorrei così ripercorrere alcune tappe fondamentali connesse con la nostra cultura, la nostra storia e che permeano il nostro corso di studi. Qualcuno dell’antichità disse: L’Europa è un calderone di storia e cultura. In effetti se andiamo a scavare alle radici della formazione dell’ Europa, troveremo grandi eventi e fenomenologie senza le quali non avremmo avuto la formazione di questo Stato. All’alba della storia si delineò una frattura non solo di civiltà, ma anche geoclimatica, che divise l’Europa antica in due settori ben distinti: da una parte una cultura mediterranea, che si evolse grazie ai contatti con l’Egitto e il Medio Oriente, zone molto progredite, e dall’altra una cultura continentale che non sviluppò sistemi sociali altrettanto complessi, rimanendo nel quadro di un’economia di villaggio quasi autosufficiente. All’inizio del I millennio a.C., in Italia la sovrapposizione tra elementi differenti, quello celtico, quello indoeuropeo, quello greco, fu più marcata che altrove e determinò il nascere di una società capace di raffinate elaborazioni simboliche ed espressioni artistiche, come quella degli etruschi. Nello stesso periodo, sul Mediterraneo la fioritura delle città-stato della Magna Grecia creava ulteriori collegamenti con le evolute civiltà orientali. L’Italia è al centro di questo processo. Il solo mediatore per l’unificazione non può che essere un impero forte, che accomuni queste genti e le faccia convivere: L’Impero Romano. Roma, la cui origine data dall’VIII secolo a.C., procedette alla progressiva unificazione della cultura mediterranea, spostando contemporaneamente a nord, sino al confine Reno – Danubio, l’area della sua influenza e del suo potere. Là dove arrivò l’organizzazione dell’impero romano, essa lasciò un segno durevole, favorendo la colonizzazione delle terre agricole e il loro razionale sfruttamento, creando una rete di strade e di servizi, diffondendo il modello urbano plasmato su Roma. Fino al momento del suo apogeo (inizio del II secolo d.C.), l’impero romano fu il più potente fattore di unificazione dell’Europa compresa tra la linea Reno – Danubio e il Mediterraneo, estesa alle aree francese, inglese e spagnola. Il quadro mutò sostanzialmente ai tempi di Marco Aurelio (161-180), quando si verificò la prima grande invasione di popolazioni germaniche che superarono i confini del Reno e si spinsero fino in Italia, dove furono respinte. Non erano che le avanguardie di quelle ondate migratorie che, nel V e VI secolo, portarono dentro i confini dell’ex impero popoli provenienti dall’est e che i romani chiamarono “barbari”. L’insediamento di popolazioni germaniche e slave disgregò l’impero romano d’Occidente. L’imponente movimento di unni, ostrogoti, visigoti, alani, vandali, svevi, franchi e germani non distrusse però il tessuto intimo della civiltà romana che, mentre assimilava le genti dell’est nelle sue strutture, ne veniva a sua volta radicalmente modificata. La fusione fra la cultura Romana e la cultura straniera avviene comunque sotto poteri sia repubblicano che imperiali. Anche se possiamo parlare solamente di Europa culturale , ciò che venne a formarsi interessò geograficamente le diverse etnie europee. Il ricordo più antico che ho dell’ Europa mi viene sicuramente dalla Letteratura antica; come sarebbe possibile quindi, non includere, la Letteratura Latina nel processo evolutivo europeo? Analizziamo, quindi, come viene visto secondo alcuni autori latini il quadro Europeo di quel tempo. È impossibile studiare la letteratura latina senza avere come punto di riferimento quella greca; sin dall’inizio, infatti, fra le due culture si instaurarono rapporti strettissimi e quanto mai complessi. La letteratura latina nacque nel III secolo a.C. e progredì nei secoli successivi (segue nel file da scaricare)
- Tesine