Train de Vie: riassunto e trama del film - Studentville

Train de Vie: riassunto e trama del film

Trama del film Train de Vie - Un treno per vivere del regista Mihaileanu: riassunto, analisi e commento della pellicola sulla Shoah.

TRAIN DE VIE: RIASSUNTO E TRAMA DEL FILM

Il cinema torna spesso a interrogarsi sull'immagine tragedia dell'Olocausto, ma non per forza di cose con film drammatici e seri come si potrebbe immaginare e come tante volte è stato fatto. Esistono numerose pellicole che affrontano lo sterminio degli ebrei con il sorriso sulle labbra, pur senza scadere nell'irrisione di quello che rimane e rimarrà sempre un buco nero della Storia. Tra queste c'è anche Train de vie – Un treno per vivere, opera del 1998 firmata dal romeno Mihaileanu, famoso anche per il notevole successo ottenuto dai suo successivo film Vai e vivrai (2005) e Il concerto (2009).

TRAIN DE VIE: SCHEDA DEL FILM

  • Titolo: Train de vie – Un treno per vivere
  • Anno di Produzione: 1998
  • Regista: Radu Mih?ileanu
  • Durata: 103 minuti
  • Genere: commedia, drammatico

RIASSUNTO DETTAGLIATO DEL FILM TRAIN DE VIE

La pellicola si apre con la corsa forsennata del protagonista Schlomo, sorta di “scemo del villaggio”, che vuole avvisare i suoi compaesani dei rastrellamenti nazisti che stanno avvenendo nei centri vicini. Siamo infatti nel 1941 nell'Europa dell'Est e quello di Schlomo è un villaggio ebraico. Inizialmente la popolazione è scettica, anche perché il protagonista è famigerato per i suoi scherzi e le sue invenzioni folli. Tuttavia dopo una riunione tenuta dagli anziani si accetta il consiglio di Schlomo di costruire un treno fittizio, anticipando sul tempo i tedeschi: il villaggio, per così dire, si “deporterà da solo”, con una parte dei compaesani che reciterà la parte dei militari, un'altra quella degli ebrei e altri impersoneranno ferrovieri e macchinisti. I preparativi fervono, viene persino ingaggiato un insegnante di tedesco per far perdere l'accento yiddish ai nazisti designati e viene acquistato un vecchio treno: le operazioni procedono ancora più spedite quando i villaggi confinanti iniziano a sospettare qualcosa.
Parte così il Treno della Vita, con a bordo il suo bizzarro equipaggio. I problemi non sono pochi, visto che il convoglio, diretto in realtà verso la Russia e poi in Palestina, viene fermato più volte dai nazisti, ma sopratutto a causa delle lotte intestine che sorgono tra gli ebrei comunisti ed ebrei “nazisti” entrati troppo nella parte, riguardanti i diritti e i doveri dei passeggeri.
Sulle tracce del treno si mette anche un gruppo di veri sabotatori comunisti della resistenza che vorrebbero farlo saltare in aria, non avendo riconosciuto l'inganno. La situazione sembra però precipitare all'ennesima ispezione nazista: il gruppo di ebrei si salva solo grazie all'intervento di una carovana di zingari, anch'essi travestiti da tedeschi, che avevano fermato in precedenza il treno.
Il convoglio riesce dunque ad arrivare in Russia, e i passeggeri scelgono le loro destinazioni: c'è chi si dirige verso l'America, chi in Palestina e chi di rimanere lì. Tuttavia – SPOILER – l'ultima inquadratura svela l'ultimo tragico inganno: il racconto è un'invenzione di Schlomo, impazzito dopo essere stato catturato dai nazisti insieme ai suoi compagni e internato in un campo di concentramento.

TRAIN DE VIE DI MIHAILENAU: ANALISI E CURIOSITÀ SUL FILM

Una delle curiosità poco note sul film è che Roberto Benigni nel 1996 aveva ricevuto la sceneggiatura di Train de vie, in quanto il regista gli aveva offerto il ruolo dell'idiota del villaggio Schlomo. Il comico italiano aveva declinato la collaborazione e dopo poco avrebbe messo in cantiere il suo acclamatissimo La vita è bella (uscito nel 1997), con il quale ha vinto ben tre Oscar, più le nomination come miglior film, regia, montaggio e sceneggiatura. Risultano lampanti i collegamenti tra i due film, a partire dal periodo storico in cui sono ambientati, il tono tenuto, le sequenze in treno e fondamentalmente l'artificio di mettere in scena la Shoah come una sorta di finzione tragicomica. Mihaileanu ha però minimizzato le accuse di plagio, sostenendo che tra le due opere ci sono più differenze che somiglianze.

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