Saepe ante oculos mihi pono omnes nostrorum inperatorum, omnes exterarum gentium potentissimorumque
populorum, omnes clarissimorum regum res gestas, quas cum tuis nec contentionum magnitudine nec numero proeliorum, nec
varietate regionum, nec celeritate comparare possum. Illa ipsa humanarum rerum domina, Fortuna, tibi cedit: tuam se esse totam
et propriam confirinat. Domuisti gentes immanitate barbaras, moltitudine innumerabiles, locis infinitas, omni copiarum genere
abundantes; sed tamen ea omnia vicisti, quae et natura et condicione vincere poteras. At animum vincere, iracundiam cohibere,
victoriam temperare, adversarium praestantem ingenio et virtute non modo tollere iacentem, sed etiam amplificare eius pristinam
dignitatem, haec vera laus est! Haec qui facit, eum non solum cum summis viris comparo, sed simillimum deo eum esse
iudico.
Versione tradotta
Spesso mi pongo davanti agli occhi tutte le imprese dei
nostri comandanti, delle genti straniere e dei popoli più potenti, dei re più celebri, che non posso paragonare con le tue né
per grandezza di confronti né per numero di battaglie, né per varietà di argomenti, né per prontezza. Quelle stesse cose ti
donò la Fortuna, sovrana delle doti umane: costei conferma di essere tutta tua e duratura. Soggiogasti i popoli barbari per
crudeltà, per gran quantità innumerevoli, di paesi infiniti, abbondanti di ogni genere di milizie; ma tuttavia sconfiggesti
tutto quello che per nascita e ceto avevi potuto sconfiggere. Ma invece vincere il sentimento, soffocare lira, moderare la
vittoria, non soltanto sollevare da terra un valente avversario caduto con lingegno e la virtù, ma anche accrescere la propria
antica dignità, queste cose sono un vero merito! Colui che fa ciò ,lo paragono non solo agli uomini più nobili, bensì penso che
sia simile ad un dio.
- Letteratura Latina
- Versioni di Marco Porcio Catone
- Cicerone