Vita e filosofia di Trendelenburg - Studentville

Vita e filosofia di Trendelenburg

Pensiero e vita di Trendelenburg.

Friedrich Adolf Trendelenburg, nato nel 1802, elaborò una filosofia fortemente influenzata dalla sua formazione universitaria. Studiò infatti a Kiel con Reinhold, a Lipsia con Hermann il grecista e a Berlino con Hegel e Schleiermacher. Conseguì la laurea e la libera docenza con due dissertazioni sull’interpretazione aristotelica di Platone. Nella sua formazione filosofica intervengono quindi, oltre ad Hegel, dal cui pensiero fu influenzato nei primi anni della sua attività , Kant e soprattutto Aristotele: questi ultimi due verranno poi recuperati in funzione di una radicale critica all’idealismo hegeliano mossa da Trendelenburg. L’opera più importante di Trendelenburg ò intitolata Ricerche logiche ed ò datata 1840: essa ò incentrata sulla critica della dialettica di Hegel; in realtà  Trendelenburg ha con Hegel in comune il punto di partenza della sua ricerca filosofica, ossia il presupposto dell’ identità  tra logica e metafisica, cui egli resterà  sempre fedele, anche dopo aver preso le distanze dall’hegelismo. La fedeltà  a tale principio però implica per Trendelenburg l’esigenza di andare al di là  del pensiero puro hegeliano: se le categorie avessero, come voleva Hegel, un carattere in primiis logico, esse non potrebbero cogliere la realtà  in quanto tale, e tantomeno il movimento, che costituisce l’elemento portante della realtà . Per giustificare questa sua obiezione, Trendelenburg critica la dialettica di Hegel su due punti a suo avviso esemplari: in primiis, la prima triade della dialettica hegeliana (essere, nulla, divenire) appare meramente formale: l’essere e il nulla sono concetti statici, e dalla sintesi dei due non può venir fuori un concetto dinamico come il movimento. In secundiis, se si afferma, come fa appunto Hegel, che la negazione dialettica ha carattere espressamente logico e coincide pertanto con la contraddizione, non si riesce poi a spiegare come da essa venga fuori il movimento che porta alla sintesi. Questo ò possibile solo se si intende la negazione dialettica non come contraddizione logica, in cui un termine esclude del tutto l’altro, ma, seguendo il suggerimento dato da Kant in un suo scritto giovanile, come contrareità  reale, in cui due realtà , opponendosi a vicenda, danno luogo al movimento. Trendelenburg contrappone alla dialettica hegeliana un metodo genetico basato sulla fondamentale categoria a priori del movimento costruttivo; la categoria del movimento permette anche di spiegare le intuizioni pure dello spazio e del tempo, che hanno per oggetto non solo l’ambito fenomenico, ma l’intera realtà , a differenza di quanto sosteneva Kant. Dalla categoria del movimento dipendono anche le categorie reali, che svolgono una mansione analoga a quella dei concetti puri di Kant. Con un movimento di pensiero non scevro di difficoltà  teoriche, Trendelenburg ò però del parere che, sebbene sia a priori, e quindi condizione dell’esperienza, la categoria del movimento trovi una conferma anche nella realtà  oggettiva dell’esperienza stessa. Per questo motivo le categorie sono ‘ concetti fondamentali sia soggettivi sia oggettivi ‘. Infatti, senza l’esperienza non si può giungere alla conoscenza della struttura della conoscenza e della realtà , che per Trendelenburg coincidono. L’obiettivo che Trendelenburg si prefigge ò dunque quello di formulare una dottrina in cui l’uomo possa attingere la conoscenza oggettiva della struttura logico-ontologica della realtà . In questo tentativo a Hegel (il quale raggiungeva lo scopo su un piano puramente idealistico) Trendelenburg contrappone Kant e, specialmente, Aristotele. Se infatti ò di ispirazione kantiana e aristotelica il richiamo all’esperienza come fondamento della filosofia, il carattere trascendentale della proposta di Trendelenburg ò più apparente che reale, dal momento che le forme a priori, più che forme del soggetto conoscente, che permetterebbero una conoscenza solo fenomenica, sono strutture logico-metafisiche che consentono di attingere l’essenza stessa del reale. E qui viene a galla tutto l’ aristotelismo insito in Trendelenburg: infatti, anche per lo Stagirita la struttura del reale si rifletteva su quella del pensare. Ma l’aristotelismo di Trendelenburg ò inficiato dal kantismo: si tratta, per così dire, di un’utilizzazione del kantismo in funzione aristotelica; e questo risulta molto evidente anche nell’etica di Trendelenburg. Il concetto di fine ò a suo avviso, come invece non era per Kant, una ‘categoria reale’: come tale, esso ò suscettibile di un uso costitutivo, e non solo regolativo, nella determinazione della realtà . Questo permette a Trendelenburg di elaborare una concezione organica del mondo, in cui ò garantita la possibilità  di riconoscere l’ordine finalistico (ed ò proprio questo il significato del termine ‘organico’) della natura e, di conseguenza, della società . In Diritto naturale fondato sull’etica, opera comparsa nel 1860, Trendelenburg indica infatti nell’uomo l’obiettivo e il fine ultimo dell’etica e nella realizzazione del valore universale dell’individualità  lo scopo e l’obiettivo della politica e del diritto.

  • Filosofia del 1800

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