Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha emanato un decreto registrato il 31 ottobre 2025 che disciplina le modalità di erogazione delle borse di studio per l’anno in corso. Il provvedimento trova la sua base giuridica nell’articolo 9, comma 4, del decreto legislativo n. 63 del 2017 ed è stato adottato dopo l’intesa sancita in sede di Conferenza Unificata il 23 ottobre 2025.
L’obiettivo principale dell’iniziativa è contrastare il fenomeno della dispersione scolastica nella scuola secondaria di secondo grado, garantendo supporto economico concreto agli studenti in condizioni di disagio. Il decreto mira a rafforzare il diritto allo studio attraverso aiuti finanziari mirati.
I destinatari e le spese ammissibili
Le borse di studio sono rivolte agli studenti iscritti alle scuole secondarie di secondo grado del sistema nazionale di istruzione. Nel caso di studenti minorenni, la domanda può essere presentata dal genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale.
I fondi assegnati possono essere utilizzati per coprire tre categorie principali di spese:
- l’acquisto di libri di testo obbligatori e consigliati
- i costi di mobilità e trasporto per raggiungere l’istituto scolastico
- l’accesso a beni e servizi di natura culturale come musei, teatro o attività formative extrascolastiche
La dotazione finanziaria e gli importi per studente
Il decreto destina complessivamente 37.715.000 euro al finanziamento delle borse di studio per il 2025, attingendo dal Fondo unico per il welfare dello studente e per il diritto allo studio. Questa cifra, stanziata sul capitolo 1527 p.g. 1, rappresenta l’investimento nazionale destinato a sostenere concretamente gli studenti delle scuole superiori in condizioni economiche svantaggiate.
L’importo della singola borsa non è uniforme su tutto il territorio nazionale, ma viene stabilito autonomamente da ciascuna Regione nel rispetto di una forchetta che va da 150 euro a 500 euro. Questo significa che, a seconda della Regione di residenza e delle sue scelte di allocazione delle risorse, uno studente può ricevere dalla cifra minima fino al massimo previsto.
La soglia minima di 150 euro non è casuale: è stata introdotta per la prima volta nel marzo 2023 su esplicita richiesta delle Regioni con un obiettivo preciso. Abbassando l’importo minimo rispetto a parametri precedenti, si è voluto ampliare il numero complessivo dei beneficiari, permettendo di raggiungere più studenti pur con risorse limitate.
In sostanza, meglio sostenere un maggior numero di famiglie con contributi più contenuti che concentrare le risorse su pochi. Questo approccio riflette la volontà di massimizzare l’impatto sociale del provvedimento, garantendo un aiuto concreto al maggior numero possibile di studenti che affrontano difficoltà economiche nel percorso scolastico.
Il requisito isee e le modalità di domanda
Possono presentare domanda gli studenti iscritti alla scuola secondaria di secondo grado con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) non superiore a 15.748,78 euro. Nel caso di minori, la richiesta può essere inoltrata da chi esercita la responsabilità genitoriale.
La soglia ISEE adottata è la medesima prevista per l’accesso al diritto allo studio universitario, garantendo così coerenza tra i diversi livelli d’istruzione e facilitando l’orientamento delle famiglie.
Le modalità operative per presentare l’istanza sono demandate alle singole Regioni, che definiranno autonomamente termini, canali e documentazione richiesta in base alle proprie procedure amministrative.
I criteri di ripartizione e le regioni con le quote maggiori
Il decreto prevede la ripartizione dei 37.715.000 euro tra le Regioni secondo due criteri distinti, ciascuno con una quota pari a 18.857.500 euro. La prima metà viene distribuita in base al numero di famiglie a rischio povertà, secondo i dati INPS relativi al 2024. La seconda metà è assegnata in proporzione agli studenti che hanno abbandonato la scuola durante l’anno scolastico 2023/2024, dati ricavati dal sistema informativo ministeriale.
Questa doppia chiave di riparto mira a concentrare le risorse dove i bisogni sono più acuti: da un lato le situazioni di fragilità economica, dall’altro le aree con maggiore dispersione scolastica. Tra le Regioni beneficiarie, la Campania riceve l’assegnazione più alta con 6.801.911,28 euro, seguita dalla Lombardia con 5.107.640,80 euro e dal Lazio con 3.822.498,16 euro.
Le procedure di erogazione e i tempi di pagamento
Le Regioni trasmetteranno al Ministero gli elenchi definitivi dei beneficiari e degli importi tra il 31 marzo 2026 e il 15 giugno 2026. L’erogazione sarà gestita progressivamente dal Ministero con provvedimenti specifici per ciascuna Regione.
I pagamenti effettivi avverranno entro 30 giorni dall’invio completo degli elenchi, considerando i tempi tecnici necessari per le verifiche degli organi di controllo. Il beneficiario o il genitore che ne esercita la responsabilità potrà riscuotere gratuitamente l’importo presso qualsiasi ufficio postale sul territorio nazionale, senza costi aggiuntivi.
Per semplificare i controlli, il Ministero metterà a disposizione delle Regioni un servizio di verifica preliminare tramite la Piattaforma Digitale Nazionale Dati, utilizzando l’Anagrafe nazionale dell’istruzione.