Le frasi più difficili nelle Versioni di Greco della Maturità - Studentville

Le frasi più difficili nelle Versioni di Greco della Maturità

Quali sono le frasi di greco che hanno mandato in tilt migliaia di maturandi? Scopriamolo insieme...

Nonostante la traduzione di una versione di greco sia molto più semplice rispetto a quella di latino, spesso alcune frasi lasciano un po’ perplessi, e non si sa come gestirle. La difficoltà della Versione di Greco della Maturità è legata in particolare allo stile, specifico e caratteristico per ogni autore, e alle frequenti frasi lunghe. In questi casi, basta esercitarsi prima su ogni autore, così da riconoscere i diversi stili, e soprattutto, mantenere la calma durante il giorno della seconda prova!

Come dice Cicerone, “Historia magistra vitae”: conosciamo meglio allora quali sono state le difficoltà delle versioni di greco degli anni passati, in modo da imparare a non commettere gli stessi errori dei maturandi nostri predecessori…

1. Maturità 2008: “Un codice etico per lo storico” di Luciano

Luciano è un autore abbastanza semplice dal punto di vista della traduzione. Tuttavia, la difficoltà di questo autore consiste nel fatto che egli utilizza molti modi di dire, e quindi ci troviamo davanti frasi di cui non riusciamo a comprendere il significato. Per tradurre Luciano dobbiamo:

• stare attenti al significato delle parole
• individuare i modi di dire e tradurli nel modo appropriato
• stare attenti ad alcuni costrutti particolari
• comprendere bene il contenuto del brano

La versione di greco della Maturità 2008 è stata abbastanza semplice, tuttavia, a causa di queste caratteristiche di Luciano, sono stati commessi errori che si potevano evitare. Prendiamo ad esempio il secondo periodo, molto lungo e contenente costrutti e modi di dire:

“Sia impavido, onesto, libero, amante della sincerità e della verità, chiamando, come dice il comico, ogni cosa con il suo nome (fichi i fichi, barca la barca), né per odio né per amicizia non dando né risparmiando nulla o provando pietà o sentendo vergogna o essendo timoroso, (sia) giudice imparziale, indulgente con tutti ma non fino al punto da concedere a una delle due parti qualcosa di più del dovuto, straniero ne libri e senza patria, autonomo, non schiavo del potere (senza un re), non tormentandosi del giudizio di questo o di quello, ma riferendo ciò che è stato fatto”.

Il periodo nonostante sia lungo, non è complicato come sembra: ha un imperativo iniziale, seguito da una serie di participi che possono essere tradotti alla lettera. Tuttavia, la traduzione di alcune frasi potrebbe destare qualche preoccupazione. Cosa vorrà dire chiamare “fichi i fichi, barca la barca”? Per risolvere questo dilemma, abbiamo di fronte due opportunità: o cerchiamo l’espressione sul vocabolario, in cui troveremo il significato del modo di dire, oppure traduciamo alla lettera, così non rischiamo di sbagliare. Andando avanti, ci troviamo di fronte l’espressione “senza un re”: non ha molto senso dire che uno storico non debba avere un re. Il sostantivo, cercato sul vocabolario, ci indirizzerà verso un significato più appropriato, ovvero “non schiavo del potere”, che significa che uno storico deve essere imparziale e non deve esaltare i potenti.

2. Maturità 2010: “Socrate e la politica” di Platone

La difficoltà nel tradurre Platone sta nel fatto che, essendo un filosofo, bisogna stare attenti nella resa in italiano del suo pensiero. Dunque è fondamentale conoscere bene le teorie del filosofo per riuscire a tradurre nel modo giusto il suo pensiero. La versione di greco della Maturità 2010 è tratta dall’Apologia di Socrate. Il brano dal punto di vista grammaticale è stato mediamente problematico, e gli scogli da superare sono stati:

• conoscenza della battaglia delle Arginuse e l’arresto di Leone di Salamina
• il titolo Socrate e la politica non c’entra molto con il contenuto
• una frase ha provocato serie difficoltà

La frase che ha mandato in tilt quasi tutti i candidati è stata:

ὅτι ἐμοὶθανάτου μὲν μέλει εἰ μὴ ἀγροικότερον ἦν εἰπεῖνοὐδ’, ὁτιοῦν

L’indizio per la giusta traduzione però, lo troviamo nell’inciso centrale: “se non fosse troppo rozzo da dire”. Come rendere allora l’espressione in italiano nel modo giusto? In questo caso basta innanzitutto tradurre letteralmente le parole come seguono: “a me della morte non interessava nemmeno qualcosa”. Per renderla più rozza, come dice lo stesso Socrate, basta rendere l’espressione con: “a me della morte non importava un fico secco” oppure “a me della morte non importava un bel niente”.

3. Maturità 2012: “Non il caso ma la finalità regna nelle opere della natura” di Aristotele

Ci troviamo ancora una volta di fronte ad un brano di un filosofo, e questa volta dallo stile più complicato rispetto al precedente. Il brano in questione è tratto dal De partibus animalium di Aristotele, ed è risultato difficile persino agli occhi dei professori, sia a livello sintattico sia a livello di contenuto. Ciò è dovuto al fatto che l’opera non era destinata ad essere divulgata, dunque lo stile è ostico e ricco di sottintesi.
Tra le varie difficoltà, è stato complicato rendere in italiano la prolessi di una subordinata relativa, contenente un’attrazione inversa del relativo:

 οὗ δ’ ἕνεκα συνέστηκεν ἢ γέγονε τέλους, τὴν τοῦ καλοῦ χώραν εἴληφεν

“e lo scopo per cui sono state composte o sono nate, occupa la regione del bello”

Il soggetto (τέλους) è al genitivo per l’attrazione inversa del relativo, infatti viene espresso con lo stesso caso del complemento di causa presente nella frase precedente: ἕνεκά τινος (il per qualcosa = la finalità).

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