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Non accennano a placarsi i dubbi e le perplessità per le scuole di tutta Italia riguardo gli esami di stato dell’anno in corso: a due mesi di distanza dal termine definitivo delle lezioni, non si conosce ancora l’esito finale per quanto concerne il regolamento sull’ammissione alle prove.
“Con un 5 non si può essere ammessi agli esami”, ecco le parole pronunciate nella giornata di ieri a Milano dall’attuale ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, che ha proseguito : “ci vuole più rigore nella valutazione degli apprendimenti, severità e disciplina nel giudizio sui comportamenti”. Con l’avvicinarsi dell’ora x per la tanto discussa maturità, però, gli studenti italiani dell’ultimo anno sono ancora all’oscuro delle regole in base alle quali verranno ammessi: le norme approvate due anni fa dall’allora ministro Giuseppe Fioroni, le quali sarebbero dovute entrare in vigore proprio quest’anno, o quelle varate dal Consiglio dei ministri il 13 Marzo nel Regolamento sulla valutazione degli alunni.
Nel frattempo, dopo il grosso taglio di circa quarantaduemila cattedre ufficializzato dal ministero e previsto per Settembre, si azzardano già le prime cifre: trecentomila saranno gli studenti che molto probabilmente rischieranno di rimanere a casa quest’estate, con il grave caso di Torino con il suo 80% di probabili non ammessi negli istituti professionali. “Sarebbe paradossale cambiare le regole a poche settimane dagli esami”, ha affermato il portavoce della Rete degli Studenti, Luca De Zolt.
Con la riforma di Fioroni potevano essere accettati agli esami tutti coloro ch presentavano la media del 6, molto probabilmente però questa norma verrà rimpiazzata dalla più severa Gelmini, che prevede la sufficienza in tutte le materie, condotta compresa. L’alternativa per i professori, se verrà attuato quest’ultimo regolamento, ricadrà dunque su due vertici: assegnare il buon vecchio sei politico o negare del tutto la possibilità di passare agli esami?
