L’esame di maturità rappresenta il culmine del percorso scolastico superiore, con una struttura di valutazione che comprende 40 punti di credito scolastico, 20 punti per ciascuna delle due prove scritte e 20 punti per il colloquio orale, oltre a un eventuale bonus di 5 punti.
Il colloquio orale assume un ruolo centrale nella valutazione finale, testando non solo le conoscenze acquisite ma anche le competenze espressive e argomentative degli studenti. Questo momento rappresenta storicamente un rito di passaggio fondamentale, simbolo della maturazione culturale e personale che la scuola italiana ha sempre valorizzato come elemento distintivo del proprio sistema educativo.
Il nuovo regolamento in vigore
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato una stretta decisiva sull’esame di maturità: gli studenti che durante il colloquio orale sceglieranno volontariamente di fare “scena muta” saranno giudicati non idonei e dovranno ripetere l’anno.
La decisione ministeriale arriva dopo due casi eclatanti verificatisi in Veneto, dove uno studente di Padova e una ragazza di Belluno hanno rifiutato l’orale per protesta, confidando esclusivamente sui crediti scolastici e sulle prove scritte per il superamento dell’esame.
Le proteste studentesche e le critiche
I casi di Gianmaria di Padova e Maddalena di Belluno hanno sollevato interrogativi profondi sul sistema scolastico italiano. La studentessa bellunese ha dichiarato al Corriere della Sera: “Nella mia scuola la preparazione è stata ottima, ma è mancata l’attenzione alle persone”.
Una critica che va oltre la semplice contestazione dell’esame, puntando il dito contro un approccio troppo competitivo e poco attento alle relazioni umane.
Lo scrittore Eraldo Affinati ha offerto una chiave di lettura illuminante: “Se i docenti non conoscono gli alunni nel profondo, la scuola resterà un luogo noioso”. L’autore sottolinea la necessità di costruire un patto educativo basato sulla fiducia, senza ridurre gli obiettivi didattici ma adattandoli ai tempi individuali di crescita.
La sfida educativa e il dibattito politico
Per rendere operativa la nuova normativa, il governo dovrà modificare il decreto legislativo 62/2017, avviando un iter legislativo complesso che promette di accendere il dibattito politico. La sfida principale consiste nel trovare un equilibrio tra il mantenimento di standard rigorosi e la necessità di supportare gli studenti che affrontano blocchi emotivi durante l’esame.
Il Ministero punta a garantire serietà nell’esame, ma emerge la necessità di costruire un patto educativo basato sulla fiducia reciproca, senza abbassare gli obiettivi didattici.