Il sistema di ammissione alla facoltà di Medicina si prepara a una svolta epocale. Secondo le ultime indiscrezioni del Corriere della Sera, il tradizionale test d’ingresso lascerà spazio a un meccanismo innovativo che prevede tre mesi di lezioni completamente aperte a tutti gli aspiranti camici bianchi.
Solo al termine di questo periodo, tra novembre e dicembre, gli studenti affronteranno la prova decisiva per continuare il proprio percorso universitario.
La prova in simultanea nazionale
Il test si svolgerà contemporaneamente in tutta Italia con una struttura ben definita: 31 domande per ogni disciplina, suddivise in 21 quesiti a risposta multipla e 10 nella modalità completamento, dove gli studenti dovranno inserire la parola mancante per completare frasi specifiche.
Il sistema di punteggio prevede un punto per ogni risposta corretta, una penalità di 0,25 punti per le risposte sbagliate e zero punti per le omissioni.
I voti e la graduatoria per l’ammissione
Il sistema di valutazione prevede che ciascuno dei tre compiti venga votato in trentesimi, con la possibilità di ottenere anche la lode, seguendo il tradizionale formato degli esami universitari.
Questi voti potranno essere utilizzati per altre facoltà che includono le stesse discipline nel loro curriculum, offrendo un’alternativa in caso di mancata ammissione a Medicina. Per accedere alla graduatoria nazionale è necessario raggiungere almeno 18 punti in tutte e tre le materie.
Le opportunità di ripetizione e i limiti temporali
Il nuovo sistema offre agli studenti diverse possibilità di miglioramento. Chi non è soddisfatto del proprio risultato può rifiutare uno o più voti e decidere di ripetere l’esame corrispondente.
È previsto un secondo appello che si svolgerà quindici giorni dopo il primo, rappresentando l’ultima occasione per migliorare il proprio punteggio. Gli studenti hanno inoltre la possibilità di iscriversi al semestre aperto per un massimo di tre anni accademici, offrendo così multiple opportunità di tentare l’accesso alla facoltà di Medicina prima di dover necessariamente cambiare percorso di studi.