Una ricerca coordinata da Rupert Bourne, docente di Oftalmologia presso la Anglia Ruskin University, ha rivelato dati preoccupanti sull’accessibilità agli occhiali da vista nel mondo. Lo studio, pubblicato su The Lancet Global Health, ha analizzato l’esperienza di 815.273 partecipanti distribuiti in 76 paesi, evidenziando come la correzione dei difetti visivi rimanga un privilegio per molti.
I risultati mostrano che il tasso globale di correzione refrattiva efficace (eREC) si ferma al 65,8%, con un incremento di soli sei punti percentuali rispetto al 2010. La situazione appare particolarmente critica quando si osservano le disparità regionali: nei paesi ad alto reddito l’eREC raggiunge l’85% tra gli uomini e l’83% tra le donne, mentre in Africa sub-sahariana crolla drasticamente al 30% per gli uomini e al 27% per le donne.
Queste differenze non sono solo geografiche ma anche demografiche, colpendo maggiormente le fasce più vulnerabili della popolazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito l’obiettivo di aumentare del 40% l’eREC entro il 2030, ma gli esperti avvertono che, senza interventi sistemici e strutturali, questo traguardo rischia di rimanere irraggiungibile.
Le conseguenze sulla qualità dell’apprendimento e della vita quotidiana
La mancata correzione dei difetti visivi rappresenta un ostacolo significativo per milioni di studenti nel mondo. Chi non riesce ad accedere agli occhiali affronta quotidianamente serie difficoltà nella lettura dei testi, nella visione della lavagna e nell’elaborazione delle informazioni visive essenziali per l’apprendimento. Le performance scolastiche ne risentono inevitabilmente, creando un divario educativo che si aggiunge alle disuguaglianze già esistenti.
Il problema si estende oltre l’ambito scolastico, compromettendo l’autonomia personale in vari contesti quotidiani. La difficoltà nel riconoscere volti, leggere segnali o utilizzare dispositivi digitali limita la mobilità indipendente degli studenti e la loro partecipazione alle attività sociali.
I progressi e le soluzioni nazionali contro l’emergenza visiva
Dal 2000 al 2023 si è registrato un notevole miglioramento nel settore della salute visiva, con un incremento del 50% nel numero di persone che hanno ricevuto una prescrizione corretta per gli occhiali. Questo progresso, sebbene significativo, combatte contro l’aumento dei fattori di rischio legati ai moderni stili di vita. L’utilizzo prolungato degli schermi digitali e la diminuzione delle attività all’aperto durante l’infanzia hanno infatti ampliato il bacino di popolazione che necessita di correzioni visive.
Alcune nazioni hanno già implementato strategie efficaci che meriterebbero di essere replicate su scala globale. In Francia, il sistema sanitario nazionale ha introdotto dal 2021 il rimborso totale degli occhiali attraverso l’assicurazione sanitaria universale, eliminando le barriere economiche all’accesso. In Pakistan, i piani nazionali per la salute visiva, attivi da oltre vent’anni, hanno prodotto risultati tangibili nella riduzione dei deficit visivi non corretti.
Senza l’adozione di misure sistemiche simili in altri paesi, gli esperti avvertono che sarà improbabile raggiungere l’obiettivo fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: un aumento del 40% della correzione refrattiva efficace entro il 2030. Le politiche pubbliche rappresentano quindi una risposta necessaria per trasformare gli occhiali da lusso inaccessibile a strumento essenziale per l’apprendimento e l’autonomia.