Venerdì 28 novembre l’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha ospitato una cerimonia di apertura dell’anno accademico 2025-2026 fuori dall’ordinario. L’evento, alla presenza del Presidente del Senato Ignazio La Russa, della Vice Presidente Licia Ronzulli, del Ministro dell’Università Anna Maria Bernini, del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, del Sindaco di Milano Giuseppe Sala e di altre autorità istituzionali, ha visto protagonista il Maestro Riccardo Muti con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
La Rettrice Elena Beccalli ha definito l’iniziativa “una lectio magistralis, in parole e musica, che incarna l’idea stessa di sapere tramandato di generazione in generazione”. Muti ha eseguito l’ouverture del Don Giovanni di Mozart, accompagnando il pubblico in una riflessione sul paradosso del dramma giocoso mozartiano.
L’allestimento scenografico dell’Aula ha trasformato lo spazio in luogo di dialogo tra arte e missione accademica, unendo celebrazione istituzionale e riflessione sul ruolo pubblico dell’università nella società contemporanea.
L’alleanza tra generazioni: tema guida e ricadute sulla didattica
La Rettrice Elena Beccalli ha annunciato il tema unitario dell’anno accademico 2025-2026: l’alleanza tra generazioni. “Anche quest’anno abbiamo deciso di mettere al centro dell’inaugurazione e dei dies academici un tema unitario”, ha dichiarato, sottolineando la scelta programmatica dell’ateneo.
Il tema attraversa ambiti diversi della vita universitaria: dalla trasmissione del sapere all’invecchiamento attivo, dalle politiche socio-economiche al dialogo tra giovani e anziani nella società contemporanea. Questo approccio trasversale orienterà le attività accademiche, influenzando la didattica e la riflessione collettiva durante l’anno.
L’università si pone come luogo dove le generazioni si incontrano e costruiscono insieme significati culturali, rafforzando le relazioni intergenerazionali all’interno della comunità studentesca e accademica.
Le politiche ministeriali: l’intervento di Anna Maria Bernini
Il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha evidenziato come “la vera innovazione nasce dall’ibridazione tra arte e scienza”, richiamando l’eredità dei maestri che hanno saputo connettere discipline diverse. Nel suo intervento ha sottolineato la necessità di costruire alleanze multiple: tra discipline, tra università e imprese, tra Italia, Europa e Africa, e infine tra generazioni.
Il Ministro ha posto l’accento sulla straordinarietà del momento storico attuale: “Per la prima volta in questo tempo convivono insieme cinque generazioni”, una coesistenza inedita che rappresenta un’opportunità di rinnovamento. Sul ruolo del docente, Bernini ha aggiunto: “Il maestro è colui che sa trascinare l’allievo a un talento che nemmeno sa di avere”, sottolineando come la combinazione tra arte, tecnologia e alta formazione costituisca il significato profondo dell’alleanza tra generazioni.
I dati dell’ateneo: iscrizioni, internazionalizzazione e ricerca
L’inaugurazione ha fornito l’occasione per presentare i principali indicatori dell’attività dell’ateneo nell’anno in corso. I nuovi iscritti ammontano a 13.489 unità, con una crescita particolarmente significativa nei corsi di laurea magistrale, segnale di un consolidamento dell’offerta formativa di secondo livello.
Sul fronte dell’internazionalizzazione, il dato emerge con nettezza: gli immatricolati provenienti da tutti i continenti sono aumentati del 37% rispetto al 2021, confermando l’attrattività dell’ateneo su scala globale. La popolazione studentesca complessiva raggiunge oggi 43mila iscritti, ai quali si affiancano quasi 40mila partecipanti ai corsi di formazione continua, testimoniando l’impegno dell’università nella formazione lungo tutto l’arco della vita.
Anche la ricerca ha registrato riconoscimenti di rilievo: l’ateneo ha ottenuto tre finanziamenti ERC nel bando 2025, traguardo che rafforza il profilo scientifico internazionale dell’università.
Il piano strategico: identità, metodo sinodale e comunità educante
Il prossimo triennio dell’Università Cattolica sarà guidato da un piano strategico articolato su tre principi fondamentali: la valorizzazione dell’identità di ateneo cattolico non profit, l’integrazione tra comunità educante e research university, e la costruzione dell’università come luogo di esperienza diretta del sapere, non solo di trasmissione verticale.
L’approccio adottato si caratterizza per quello che i vertici dell’ateneo hanno definito “metodo sinodale” ispirato al “servire che unisce”. Come ha spiegato la Rettrice Beccalli, “l’educazione non rappresenta un trasferimento unidirezionale, bensì un processo reciproco tra le generazioni in cui esperienza e innovazione si intrecciano in una dinamica di scambio e co-costruzione dei significati culturali”.
La metafora dell’orchestra è centrale nella visione strategica: “Paragonare l’università a un’orchestra significa raffigurarla come una comunità educante, in cui ogni persona suona il proprio strumento con dedizione e passione”, ha affermato la Rettrice, sottolineando che “come in una sinfonia, non tutti sono solisti, ma ogni parte è essenziale”.
Le parole finali: il richiamo del cardinale Delpini alla responsabilità
A chiudere la cerimonia è intervenuto monsignor Mario Delpini, Presidente dell’Istituto Toniolo di Studi Superiori, con un appello alla responsabilità collettiva. Il cardinale ha sottolineato la necessità di “un senso adulto e coraggioso di responsabilità” capace di leggere il presente senza sottrarsi agli impegni che ne derivano. Delpini ha richiamato l’importanza delle relazioni tra le componenti dell’università, tra l’ateneo e la Chiesa italiana, tra l’università e il Paese, l’Europa, l’Africa e la rete delle Università Cattoliche nel mondo, riportando al centro il tema dell’alleanza intergenerazionale come fondamento etico della missione formativa.