Scuola dell'infanzia: il 69% delle domande è inevaso

Scuola dell'infanzia: offerta in aumento, ma il 69% delle domande è inevaso

I dati Istat del 2022/2023 rivelano che le liste d'attesa nella scuola dell'infanzia stanno crescendo, evidenziando disparità regionali e domande inevase.
Scuola dell'infanzia: offerta in aumento, ma il 69% delle domande è inevaso

I dati Istat relativi all’anno educativo 2022/2023 rivelano un panorama contrastante per la scuola dell’infanzia italiana. Le unità di offerta hanno superato quota 14.000 a livello nazionale, con un incremento complessivo dei posti disponibili del 4,5% rispetto all’anno precedente. Questa crescita, tuttavia, non riesce a soddisfare la domanda sempre più pressante delle famiglie italiane.

Il 59,5% delle strutture segnala infatti la presenza di liste d’attesa, un dato in preoccupante aumento rispetto al 56,3% dell’anno precedente. La situazione risulta particolarmente critica nel settore pubblico, dove ben il 68,9% delle strutture dichiara di avere domande inevase, con picchi allarmanti nel Nord Italia dove questa percentuale raggiunge il 73,3%. Anche il settore privato mostra difficoltà analoghe, seppur meno marcate, con il 54% delle strutture private e il 53,7% di quelle convenzionate che riportano liste d’attesa.

Le profonde disparità territoriali nell’accesso ai servizi educativi

Il divario geografico nell’accesso ai servizi per l’infanzia rappresenta una delle criticità più allarmanti del sistema educativo italiano. Nonostante il tasso medio nazionale di copertura abbia raggiunto il 30% nell’anno educativo 2022/2023 – un miglioramento rispetto al 27,1% del 2019/2020 – le disuguaglianze regionali permangono evidenti.

Nel Mezzogiorno, la situazione appare particolarmente critica: la Campania si ferma a un desolante 13,2%, seguita dalla Sicilia con il 13,9% e dalla Calabria con il 15,7%, valori nettamente inferiori alla media nazionale. In contrasto, le regioni del Centro-Nord hanno già superato il Livello Essenziale delle Prestazioni fissato a 33 posti ogni 100 bambini, obiettivo che l’intero paese dovrebbe raggiungere solo entro il 2027. Questa frammentazione territoriale non solo compromette l’equità delle opportunità educative sin dalla prima infanzia, ma allontana l’Italia dall’ambizioso obiettivo europeo del 45% di copertura previsto per il 2030.

Le sfide contrastanti tra pubblico e privato nell’istruzione prescolare

Il divario tra domanda e offerta si manifesta in modo disomogeneo tra i diversi tipi di strutture educative. Nel settore pubblico la situazione appare particolarmente critica, con quasi il 70% delle strutture che dichiara l’impossibilità di accogliere tutte le richieste delle famiglie.

La situazione risulta leggermente migliore nel comparto privato, dove comunque più della metà delle strutture (54%) segnala la presenza di liste d’attesa, percentuale simile a quella dei servizi convenzionati (53,7%). Questo scenario evidenzia come, nonostante l’incremento dei posti disponibili, il sistema educativo per l’infanzia continui a presentare criticità strutturali che richiedono interventi mirati. Le amministrazioni dovrebbero pianificare un potenziamento strategico dell’offerta, considerando le peculiarità territoriali e la necessità di garantire standard qualitativi omogenei tra pubblico e privato.

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