Scuole al freddo in Piemonte: violato l'obbligo dei 18 °C previsto dal decreto del 1975

Scuole al freddo in Piemonte: violato l'obbligo dei 18 °C previsto dal decreto del 1975

In circa cento istituti piemontesi caldaie guaste e infissi danneggiati lasciano studenti e personale al di sotto della temperatura minima di 18 °C obbligatoria.
Scuole al freddo in Piemonte: violato l'obbligo dei 18 °C previsto dal decreto del 1975

Il D.P.R. del 18 dicembre 1975 rappresenta il riferimento principale per regolamentare le condizioni termiche negli edifici scolastici italiani. Questo decreto stabilisce che la temperatura minima nelle aule non può scendere sotto i 18 gradi centigradi, soglia pensata per tutelare salute e sicurezza di studenti e personale.

La norma si applica sia agli edifici pubblici sia a quelli privati, includendo ogni tipo di istituto scolastico. Oltre al limite inferiore, il decreto fissa anche una soglia massima: quando la temperatura supera i 26 gradi, il datore di lavoro deve intervenire con misure di raffrescamento per garantire il comfort termico.

Entrambi i parametri mirano a prevenire rischi per la salute legati a condizioni ambientali inadeguate, che possono compromettere concentrazione e benessere durante le attività didattiche e lavorative.

La scuola come luogo di lavoro: diritti e doveri

La scuola non è solo un ambiente educativo, ma anche un luogo di lavoro per docenti, personale ATA e studenti. Il diritto a una temperatura adeguata rientra nei principi di sicurezza sul lavoro e tutela la salute di chi vive le aule quotidianamente.

Il rispetto della soglia minima di 18 °C e il controllo del limite massimo di 26 °C sono obblighi del dirigente scolastico, che agisce come datore di lavoro. Le condizioni termiche inadeguate compromettono concentrazione, apprendimento e benessere fisico.

Il caso di Vito Scafidi, studente diciassettenne deceduto a scuola a causa di carenze strutturali, ha evidenziato quanto sia fondamentale garantire ambienti sicuri e conformi alle normative, senza lasciare spazio a superficialità o ritardi.

Le criticità in Piemonte segnalate da Uil Scuola Rua

Nelle ultime settimane, il sindacato Uil Scuola Rua ha documentato una situazione critica in circa un centinaio di istituti piemontesi. Dall’area metropolitana di Torino fino a Ivrea e Pinerolo, le segnalazioni convergono su un quadro comune: caldaie guaste, termosifoni non funzionanti e infissi danneggiati costringono migliaia di studenti e lavoratori a svolgere le lezioni in ambienti al di sotto della soglia minima di 18 °C.

Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua, ha sottolineato con forza la necessità di un cambio di passo: «La sicurezza nelle scuole deve essere una priorità. Non si può agire solo in risposta alle emergenze, ma è necessario affrontare le problematiche quotidiane che si presentano».

Il segretario ha ribadito che garantire ambienti adeguati non è solo un obbligo normativo, ma una condizione essenziale per tutelare il diritto allo studio e la salute di chi opera nelle scuole, invocando una pianificazione di medio e lungo periodo per evitare inadempienze gravi.

Il nodo del risparmio energetico e la tutela della salute

Il contenimento dei consumi energetici rappresenta una priorità per le amministrazioni pubbliche, ma Diego Meli, segretario regionale Uil Scuola Rua Piemonte, sottolinea che «non deve avvenire sulla pelle dei lavoratori». Lasciare studenti e personale al freddo per ridurre le spese non è accettabile: la norma stabilisce 18 °C come soglia minima proprio per tutelare salute e concentrazione in aula.

Allo stesso tempo, il D.P.R. 18 dicembre 1975 prevede che oltre i 26 °C il dirigente scolastico debba adottare misure per il raffrescamento degli ambienti. Queste soglie costituiscono un criterio oggettivo per bilanciare efficienza energetica e benessere delle persone, evitando che politiche di risparmio compromettano le condizioni necessarie per apprendere e lavorare in sicurezza.

Le azioni necessarie: manutenzione e pianificazione

Per garantire il rispetto delle norme sulle temperature nelle scuole serve un cambio di rotta. Gli esperti e le autorità scolastiche concordano: non si può più agire solo in risposta alle emergenze. Occorre pianificare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria con una visione di medio e lungo periodo.

Giuseppe D’Aprile ha sottolineato che evitare inadempienze gravi richiede una cooperazione strutturata tra istituzioni, sindacati e dirigenti scolastici. Solo così si possono garantire ambienti conformi alle norme e sicuri per tutti.

La prevenzione è più efficace dell’emergenza: controllare regolarmente caldaie, termosifoni e infissi riduce disagi e costi. Un approccio pragmatico e continuo tutela il diritto allo studio e la sicurezza sul lavoro, assicurando continuità didattica anche nei mesi più freddi.

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti