La Società Italiana di Pediatria ha presentato al Senato il 19 novembre 2025 le nuove raccomandazioni sull’uso dei dispositivi digitali in età evolutiva, elaborate dalla Commissione sulle Dipendenze Digitali e illustrate agli Stati Generali della Pediatria 2025. Il documento si basa sull’analisi di oltre 6.800 studi scientifici e introduce per la prima volta un limite d’età esplicito: niente smartphone personale né accesso autonomo a internet prima dei 13 anni.
Le indicazioni aggiornano le precedenti linee guida del 2018 e del 2019, tenendo conto dell’incremento esponenziale dell’esposizione agli schermi registrato durante la pandemia da COVID-19, quando il tempo medio giornaliero è aumentato di 4-6 ore, raddoppiando rispetto ai livelli pre-pandemici.
La soglia dei 13 anni rappresenta il punto di svolta per l’accesso non supervisionato, motivata dai rischi documentati per salute fisica, sviluppo cognitivo e benessere psicologico.
Gli effetti su sviluppo, sonno e salute fisica
La revisione della Società Italiana di Pediatria documenta associazioni dose-dipendenti tra tempo di esposizione agli schermi e indicatori di salute già nei primi anni di vita. Nei bambini al di sotto dei due anni, un incremento di appena trenta minuti al giorno nell’utilizzo dei dispositivi digitali raddoppia il rischio di ritardo del linguaggio, interferendo con le finestre critiche dello sviluppo comunicativo.
Tra i tre e i cinque anni, ogni ora aggiuntiva davanti allo schermo riduce il sonno di circa quindici minuti, una quota che sommata nel tempo incide sulla qualità del riposo e sulla regolazione emotiva. Oltre cinquanta minuti al giorno si associano a un rischio maggiore di ipertensione pediatrica, segnalando ripercussioni cardiovascolari precoci.
Nell’adolescenza, superare le due ore quotidiane di esposizione aumenta del 67% la probabilità di obesità rispetto ai coetanei con tempi più contenuti. Il fenomeno è amplificato dalla sedentarietà indotta dall’uso prolungato e dall’esposizione continua al marketing alimentare digitale.
Gli studi di neuroimaging evidenziano modifiche funzionali nelle aree cerebrali responsabili di attenzione e comprensione, con conseguenze misurabili su apprendimento e sviluppo cognitivo.
Le dipendenze digitali e la salute mentale in età evolutiva
L’analisi condotta dalla Società Italiana di Pediatria rivela che l’uso problematico dello smartphone riguarda fino al 20% dei giovani, con alterazioni cerebrali simili a quelle delle dipendenze da nicotina. L’Internet Gaming Disorder mostra una prevalenza variabile tra l’1,7% e il 10,7%, con indici significativamente più elevati tra i ragazzi che ricevono il primo smartphone prima dei 13 anni.
Un dato particolarmente critico emerge dalle abitudini notturne: l’89% degli adolescenti dorme con il cellulare in camera, condizione che favorisce la deprivazione cronica di sonno e interferisce con i ritmi circadiani. L’uso intensivo dei dispositivi digitali è correlato a sintomi di ansia e depressione, oltre che a una riduzione dell’autostima, con le adolescenti che risultano particolarmente vulnerabili agli effetti della comparazione sociale.
Elena Bozzola, coordinatrice della Commissione Dipendenze Digitali SIP, sottolinea che nei bambini sotto i 13 anni l’eccesso di schermi è associato a ritardi del linguaggio e calo dell’attenzione, mentre negli adolescenti crescono ansia, isolamento e dipendenza dai social.
Il cyberbullismo registra un incremento del 26% nella fascia 10-13 anni, con le vittime che presentano un rischio triplo di sviluppare ideazione suicidaria rispetto ai coetanei non coinvolti.
Le indicazioni operative per famiglie e scuole
Le raccomandazioni della Sip confermano innanzitutto le soglie già definite nel 2018: nessun dispositivo digitale prima dei due anni, meno di un’ora al giorno tra i due e i cinque anni, e meno di due ore dopo i cinque anni, sempre sotto la supervisione di un adulto. Queste soglie rappresentano orientamenti di tutela della salute, fondati sui dati raccolti sui rischi di sviluppo e apprendimento.
Tra le novità principali emerge l’indicazione di evitare l’accesso non supervisionato a internet prima dei tredici anni, proprio per limitare l’esposizione a contenuti inappropriati e a dinamiche relazionali precoci. Parallelamente, la Sip raccomanda di rinviare l’introduzione dello smartphone personale almeno fino a questa età e di posticipare il più possibile l’iscrizione ai social media, per ridurre i rischi di dipendenza, comparazione sociale e cyberbullismo.
Sul piano comportamentale, le linee guida invitano a vietare l’uso degli schermi durante i pasti e prima di andare a dormire, momenti in cui il dialogo familiare e la qualità del sonno risultano compromessi. In parallelo, è fondamentale incentivare attività all’aperto, sport, lettura e gioco creativo, restituendo ai bambini tempi di movimento e noia produttiva.
Il presidente della Sip, Rino Agostiniani, sottolinea che «posticipare l’accesso autonomo a internet e l’età del primo smartphone almeno fino ai tredici anni è un investimento in salute, equilibrio e relazioni», ribadendo che supervisione, dialogo e strumenti di controllo devono accompagnare ogni fase evolutiva. La scuola può rafforzare questo patto educativo, condividendo con le famiglie regole comuni e prassi di responsabilità digitale.