Smartphone a scuola, il Ministero consente l'uso durante l'orientamento universitario

Smartphone a scuola, il Ministero consente l'uso durante l'orientamento universitario

Il ministero introduce una deroga al divieto di smartphone in aula per le attività di orientamento attivo promosse da Università e istituzioni AFAM.
Smartphone a scuola, il Ministero consente l'uso durante l'orientamento universitario

Il ministero dell’Istruzione ha inviato agli Uffici scolastici regionali e ai dirigenti delle scuole secondarie di secondo grado una nota che introduce una deroga al divieto di utilizzo degli smartphone in aula. L’obiettivo dichiarato è agevolare lo svolgimento dei percorsi di orientamento attivo promossi dalle Istituzioni universitarie e dalle istituzioni AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica).

La nota precisa che “le Istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di secondo grado possano aderire alle modalità di active learning sviluppate da molte Università e Istituzioni AFAM per lo svolgimento delle attività previste nell’ambito dei percorsi”. In pratica, gli studenti potranno utilizzare i dispositivi mobili esclusivamente durante le attività di orientamento universitario che prevedono metodologie didattiche basate sull’apprendimento attivo.

L’intervento ministeriale si colloca nel quadro degli obiettivi PNRR, che richiedono il conseguimento di risultati specifici nei percorsi di orientamento destinati agli studenti delle superiori, garantendo coerenza tra le iniziative scolastiche e le strategie formative degli atenei.

Il rapporto con il divieto del 16 giugno: cosa cambia davvero

La circolare n. 3392 del 16 giugno 2025 aveva stabilito il divieto di utilizzo degli smartphone nelle scuole secondarie di secondo grado, anche per finalità didattiche. La nuova nota ministeriale non abroga tale disposizione, ma introduce un’eccezione circoscritta: l’uso dei dispositivi rimane vietato nella generalità dei contesti scolastici, ma viene consentito esclusivamente nell’ambito delle attività di orientamento attivo promosse da Università e Istituzioni AFAM.

Il carattere della deroga è dunque mitigante e strettamente delimitato. Il Ministero è intervenuto per garantire la coerenza con gli obiettivi PNRR, che prevedono il potenziamento dei percorsi di orientamento attraverso metodologie innovative come l’active learning.

Rimane fermo il divieto generale: gli smartphone restano banditi da tutte le altre attività curriculari ed extracurriculari non riconducibili ai percorsi universitari e AFAM espressamente autorizzati.

Le implicazioni per gli istituti superiori

La deroga ministeriale consente agli istituti secondari di secondo grado di integrare nei propri programmi le modalità di active learning sviluppate da Università e accademie AFAM. Gli smartphone possono essere utilizzati esclusivamente durante le attività previste dai percorsi di orientamento attivo, ad esempio per accedere a piattaforme universitarie, compilare questionari interattivi o partecipare a simulazioni didattiche promosse dagli atenei.

I dirigenti scolastici e i docenti devono coordinare l’organizzazione di questi momenti formativi, assicurandosi che l’uso dei dispositivi resti circoscritto agli obiettivi di orientamento. L’adesione ai percorsi rimane facoltativa, ma la nota sottolinea l’importanza di conseguire gli obiettivi PNRR legati all’orientamento universitario e professionale degli studenti.

Le criticità e il tema dell’autonomia scolastica

La circolare ministeriale sta suscitando malumore tra diversi dirigenti scolastici, che giudicano il testo poco chiaro e la scelta comunicativa eccessivamente prudente. Molti responsabili rilevano infatti che la nota appare “sibillina”, quasi riluttante a dichiarare esplicitamente che gli studenti possono utilizzare gli smartphone in contesti specifici.

Al centro delle perplessità emerge il tema dell’autonomia didattica, prevista da una legge in vigore da oltre un quarto di secolo e garantita dalla stessa Carta costituzionale. Secondo numerosi dirigenti, il ministero dovrebbe consentire alle istituzioni scolastiche di esercitare tale autonomia, anziché imporre divieti generali e intervenire successivamente con eccezioni e deroghe.

Un approccio basato sulla responsabilità delle scuole risulterebbe, secondo questa visione, più efficace e rispettoso delle specificità di ciascun istituto.

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti