L’8 novembre 2025 la Rete degli Studenti Medi del Lazio ha manifestato davanti al Ministero dell’Istruzione per contestare la circolare firmata dal ministro Valditara, che vieta l’utilizzo dei telefoni cellulari durante l’intera giornata scolastica. Il provvedimento elimina qualsiasi possibilità di impiego didattico dei dispositivi personali in classe.
La coordinatrice Bianca Piergentili ha sintetizzato la posizione studentesca affermando che “così non si educa, si impone solo l’obbedienza”, rivendicando invece la necessità di una vera educazione digitale. Gli studenti criticano la scelta del Ministero di concentrarsi su misure punitive anziché investire nella formazione.
La contro-circolare degli studenti: principi e proposte operative
Gli studenti hanno redatto una contro-circolare destinata alle scuole e alle istituzioni, proponendo un modello educativo alternativo. Il documento rifiuta l’approccio repressivo e invita a riconoscere lo smartphone come strumento centrale nella vita quotidiana: vietarlo significa rinunciare al compito della scuola di insegnarne un uso consapevole e responsabile.
La contro-circolare chiede di reintrodurre il telefono come supporto didattico e di aprire un confronto reale sull’educazione tecnologica. Gli studenti sottolineano che serve formazione, non divieti. L’obiettivo è costruire competenze digitali attraverso l’esperienza guidata in classe, trasformando un potenziale problema in opportunità educativa.
Le evidenze citate: lo studio spagnolo sui risultati scolastici
A sostegno della propria posizione, la Rete degli Studenti Medi del Lazio richiama uno studio condotto da tre università spagnole, secondo cui l’integrazione dei telefoni nella didattica può migliorare i risultati scolastici. La ricerca, citata nel documento studentesco, suggerisce che il rendimento non dipende dalla semplice presenza dei dispositivi, ma dalle modalità con cui vengono impiegati in classe.
Gli studenti chiedono di valutare il contesto educativo, la preparazione dei docenti e le finalità didattiche, invece di imputare automaticamente il calo del rendimento all’abuso dei dispositivi digitali. L’obiettivo è spostare il focus dai divieti alla costruzione di competenze digitali attraverso un uso mirato e consapevole degli strumenti tecnologici.
Le criticità strutturali: tagli in manovra e edifici fuori norma
La Rete degli Studenti Medi del Lazio affianca alla critica del divieto un’analisi delle risorse destinate alla scuola. La legge di bilancio 2025 sottrae 99 milioni di euro al sistema scolastico, mentre nove edifici su dieci restano fuori norma. Gli studenti ritengono che concentrarsi sui divieti distolga l’attenzione da queste carenze strutturali.
Secondo la contro-circolare, servono investimenti mirati nella formazione dei docenti per consentire un uso didattico degli strumenti digitali. Molti ragazzi dispongono del cellulare come unico dispositivo, e una scuola inclusiva deve garantire pari accesso alla tecnologia. Vietare lo smartphone senza offrire alternative rischia di ampliare il divario tra studenti con risorse diverse.
Il messaggio è chiaro: le scelte di spesa riflettono le priorità educative, e le misure punitive non sostituiscono gli investimenti necessari.
Le ricadute in classe: ruolo dei docenti e clima educativo
La contro-circolare evidenzia il rischio di trasformare gli insegnanti in «custodi del divieto» e gli studenti in «sorvegliati speciali», compromettendo il clima educativo. Secondo la Rete degli Studenti Medi, l’imposizione di nuove regole punitive allontana la scuola dalla sua missione formativa, generando dinamiche di controllo invece di promuovere responsabilità e consapevolezza.
Gli studenti sottolineano che servono investimenti nella formazione dei docenti per una gestione didattica efficace degli strumenti digitali, non semplicemente divieti da far rispettare. Il messaggio è chiaro: «Più educazione, meno divieti».
Le prossime tappe: il 14 novembre e la richiesta di confronto
La Rete degli Studenti Medi del Lazio ha annunciato nuove mobilitazioni per il 14 novembre, con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione sul tema e intensificare il dialogo con le istituzioni. Gli studenti ribadiscono la richiesta di reintrodurre i telefoni come supporto didattico e di avviare un confronto reale sull’educazione tecnologica. Vogliamo una scuola che ascolti e che cambi, non che punisca, puntando su ascolto e cambiamento come strumenti essenziali per costruire una comunità educativa inclusiva e moderna.