Abolizione valore legale titolo di studio: cos'è - StudentVille

Abolizione valore legale titolo di studio: cos'è

Abolizione valore legale titolo di studio: cos'è

Abolizione valore legale titolo di studio: cos’è?

Nelle ultime ore si parla tanto dell’abolizione del valore legale del titolo di studio universitario. Ma di cosa si tratta? Andiamo con ordine. Il valore legale del titolo di studio indica il grado di ufficialità e la validità di un titolo di studio, riconosciuti ai sensi della legge o da atti giuridici aventi la stessa forza o autorizzati dalla legge. In poche parole vuol dire che senza il valore legale una laurea in legge, per esempio, è l’equivalente di una laurea in Lettere perché private entrambe del loro valore legale specifico. E non solo. Nemmeno il voto varrà più, perciò un 110 e lode avrà lo stesso valore di un 90 ai concorsi ufficiali.

Abolizione valore legale titolo di studio: cos'è

Abolizione valore legale titolo di studio: la proposta

Se ne parla dal 2009 e con il Movimento 5 Stelle potrebbe diventare realtà. La nuova proposta di legge arriva da Maria Pallini, deputata del Movimento: divieto di inserire il requisito del voto di laurea nei bandi dei concorsi pubblici. “Oggi il Paese e soprattutto i giovani necessitano di una riforma che garantisca la possibilità di accedere ai pochissimi e sempre più rari concorsi pubblici senza alcuna discriminazione di sorta […] In un momento storico così cruciale per l’occupazione, specialmente giovanile, si ritiene indispensabile concedere a tutti i cittadini aventi diritto per legge di partecipare ai concorsi pubblici senza inserire nei bandi di concorso la limitazione del voto di laurea che oggi, in alcuni di essi, risulta determinante ai fini della partecipazione ma non necessariamente garantisce un’effettiva preparazione e conoscenza”, riporta Il Messaggero.

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Abolizione valore legale titolo di studio: le conseguenze

Il 110 lode non avrà più alcun valore? Secondo il M5S il valore legale del titolo di studio deve essere vietato perché questa limitazione tende ad escludere a priori e senza alcuna reale motivazione una parte della popolazione. I concorsi pubblici saranno davvero aperti a tutti senza distinzione?

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