Un incubo che sembrava impossibile è diventato realtà per oltre 400 laureati dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Studenti che hanno conseguito la laurea in Scienze dell’Educazione si sono ritrovati con un titolo improvvisamente invalidato, scoprendo che anni di studi e sacrifici potrebbero non servire più per accedere alla professione di educatore nei servizi per l’infanzia. La sorpresa e lo sconforto hanno colpito chi aveva già iniziato a costruire la propria carriera professionale.
Il Decreto Legislativo 65/2017 ha stravolto i requisiti per lavorare come educatore nei servizi per l’infanzia. La nuova normativa richiede una laurea in Scienze dell’Educazione con indirizzo specifico per la prima infanzia, oppure una laurea in Scienze della Formazione Primaria accompagnata da specializzazione.
Il problema è emerso per gli studenti immatricolati tra il 2017 e il 2019 presso le università di Modena e Reggio Emilia, che non avevano ancora adeguato i piani di studio alle nuove disposizioni. Un vero cortocircuito normativo che ha lasciato centinaia di laureati in un limbo burocratico imprevisto.
La crisi delle carriere studentesche
Il dramma vissuto da questi laureati va ben oltre una semplice questione burocratica. Molti di loro avevano già iniziato a lavorare come educatori, convinti che il proprio titolo fosse pienamente abilitante, solo per scoprire improvvisamente di trovarsi in una situazione di incertezza totale.
L’impatto psicologico ed emotivo è stato devastante: anni di studio sembravano improvvisamente vanificati, con la prospettiva angosciante di dover affrontare nuove spese per reimmatricolarsi e sostenere ulteriori esami. La paura di perdere il lavoro si è mescolata al senso di ingiustizia per una modifica normativa che li ha colpiti retrospettivamente.
La proposta ministeriale per il salvataggio
Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) ha finalmente rotto il silenzio con una proposta concreta per risolvere il caos normativo. L’emendamento al decreto legge Università (DL 90/2025) rappresenta la prima vera risposta istituzionale alla crisi che ha coinvolto centinaia di laureati.
Il provvedimento mira a estendere la validità dei titoli conseguiti da tutti coloro che si sono immatricolati entro l’anno accademico 2018/2019, riconoscendo di fatto il valore abilitante delle loro lauree in Scienze dell’Educazione. Una mossa che potrebbe salvare carriere e sogni professionali rimasti in sospeso.
L’intervento ministeriale promette di eliminare l’incubo della reimmatricolazione forzata e i relativi costi aggiuntivi di 550 euro, evitando agli studenti di dover sostenere nuovamente esami già superati o riscrivere tesi già discusse.
Le voci dei protagonisti: “Un incubo che ci ha segnati”
I laureati coinvolti descrivono questa situazione come un vero e proprio trauma. “È stato un incubo psicologico ed emotivo”, raccontano alcuni di loro, che avevano già iniziato a lavorare come educatori convinti della validità del proprio titolo. Il settore educativo attende con ansia una soluzione definitiva, mentre cresce la pressione per un intervento ministeriale immediato che restituisca serenità a centinaia di professionisti.