Tre studenti su dieci vogliono abbandonare la scuola: l'indagine Salesiani rivela il paradosso italiano

Tre studenti italiani su dieci vogliono abbandonare la scuola

Secondo un'indagine Salesiani per il Sociale, il 30% degli studenti italiani vorrebbe lasciare la scuola nonostante l'84% la consideri importante per il futuro.
Tre studenti italiani su dieci vogliono abbandonare la scuola

Secondo un’indagine condotta da Salesiani per il Sociale, tre studenti italiani su dieci vorrebbero lasciare la scuola. Un dato che emerge da una rilevazione dedicata al rapporto tra giovani e percorsi scolastici, in cui si intrecciano percezioni contrastanti e vissuti di esclusione.

Paradossalmente, l’84% degli studenti considera la scuola importante per il proprio futuro, con il 61% che la giudica molto importante, e oltre la metà dichiara di frequentare volentieri. Emerge però una frattura significativa: il 14% pensa attivamente di interrompere gli studi, un ulteriore 15% è poco convinto di continuare e circa un quarto degli intervistati si sente escluso dalle attività scolastiche.

Il contrasto tra l’alta percezione di utilità e la disaffezione reale segnala che il senso di appartenenza e il coinvolgimento nelle attività rappresentano fattori critici, spesso determinanti per la permanenza nel percorso formativo.

Le determinanti dell’intenzione di abbandono

L’indagine individua un insieme articolato di fattori alla base della disaffezione scolastica. Tra le cause principali emergono le difficoltà di apprendimento, che possono far percepire il percorso di studi come insormontabile, e la mancanza di sostegno familiare, che priva gli studenti di un riferimento stabile nei momenti di difficoltà.

Pesano inoltre le condizioni socioeconomiche svantaggiate, che limitano l’accesso a risorse educative e generano un senso di esclusione. Molti giovani, inoltre, percepiscono uno scarso collegamento tra le materie insegnate e la realtà pratica, alimentando dubbi sull’utilità del diploma per il proprio futuro.

Particolarmente critici sono i vissuti di esclusione dai gruppi di classe e dagli spazi di socializzazione scolastica. Gli episodi di bullismo contribuiscono a creare ambienti ostili, mentre la carenza di attività inclusive impedisce alla scuola di intercettare e rispondere ai bisogni di chi fatica a sentirsi parte della comunità educativa.

Questi elementi, combinati, minano il senso di appartenenza e alimentano l’idea di lasciare gli studi.

Il confronto con il target Ue sull’abbandono precoce

Attualmente in Italia la percentuale di giovani che lasciano prematuramente i percorsi di istruzione e formazione si attesta al 9,5%, un valore di poco superiore rispetto all’obiettivo fissato dall’Unione Europea, pari al 9% da raggiungere entro il 2030. Il divario è contenuto in termini assoluti, ma resta comunque significativo in un contesto in cui anche mezzo punto percentuale corrisponde a migliaia di studenti che abbandonano senza completare il percorso.

Questo confronto permette di collocare il fenomeno italiano in una cornice di obiettivi comuni e di misurare la distanza da colmare per allinearsi agli standard europei e alle politiche di contrasto alla dispersione scolastica.

Le leve indicate dagli esperti: edilizia, inclusione e supporto psicologico

L’indagine evidenzia una serie di priorità per contrastare il rischio di abbandono. In primo luogo, gli esperti richiamano l’urgenza di politiche dedicate all’edilizia scolastica, in grado di garantire ambienti accoglienti e funzionali che favoriscano il benessere degli studenti e il senso di appartenenza alla comunità scolastica.

Parallela è la necessità di investire in risorse umane qualificate: insegnanti formati sull’inclusione, capaci di intercettare segnali di disagio e di adattare la didattica ai bisogni individuali. A queste figure si affiancano educatori di supporto e psicologi scolastici, professionisti in grado di affrontare dinamiche relazionali complesse, episodi di bullismo e vissuti di esclusione che alimentano la disaffezione.

Secondo gli autori della ricerca, il potenziamento di queste leve può incidere in modo significativo sul clima di classe, sulla motivazione e sulla partecipazione attiva, riducendo il distacco emotivo e la tentazione di interrompere il percorso formativo.

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti