Violenza di genere, il 97% delle scuole superiori attiva progetti di prevenzione

Violenza di genere, il 97% delle scuole superiori attiva progetti di prevenzione

L'indagine del Ministero dell'Istruzione su 2.322 scuole secondarie rivela che il 97% degli istituti ha realizzato attività di sensibilizzazione contro la violenza di genere.
Violenza di genere, il 97% delle scuole superiori attiva progetti di prevenzione

L’indagine condotta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito tra maggio e giugno 2025 ha coinvolto 2.322 scuole statali secondarie di secondo grado, rappresentando l’86,7% del totale degli istituti di questo ordine presenti sul territorio nazionale.

La dimensione del campione garantisce una rappresentatività solida del fenomeno osservato, rendendo i risultati attendibili per comprendere come la scuola italiana si stia strutturando nella lotta alla violenza di genere.

Questa adesione massiccia non costituisce soltanto un dato statistico: certifica un impegno sistemico delle istituzioni scolastiche, che hanno scelto di partecipare attivamente alla rilevazione ministeriale, contribuendo a definire un quadro nazionale delle iniziative in atto.

L’ampiezza della copertura conferma che la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne non è circoscritta a singole realtà virtuose, ma rappresenta una priorità diffusa nell’intero sistema educativo italiano, trasversale a regioni e contesti socio-economici differenti.

Le attività svolte e la prevenzione in aula e fuori

Il dato più significativo dell’indagine riguarda la quota del 97% di istituti che hanno realizzato attività di sensibilizzazione mirate. Non si tratta di interventi sporadici, ma di un percorso strutturato che ha trasformato la formazione in strumento di prevenzione concreta.

Le scuole hanno adottato modalità diverse e integrate:

  • laboratori di parola per riflettere sul linguaggio e sulle relazioni
  • seminari con esperti
  • gruppi di confronto tra pari
  • spettacoli teatrali che hanno tradotto i temi in linguaggio artistico
  • campagne di comunicazione visiva diffuse negli spazi comuni

La maggior parte delle iniziative si è svolta durante l’orario scolastico, garantendo il coinvolgimento diretto di tutti gli studenti. Ma l’impegno non si è fermato alle aule: numerosi progetti sono usciti dal perimetro curricolare, portando la riflessione nel territorio attraverso eventi pubblici, collaborazioni con istituzioni locali e interventi in spazi culturali come teatri e piazze.

Questa continuità fra dentro e fuori la scuola ha rafforzato il messaggio educativo, rendendo la prevenzione parte integrante della quotidianità.

L’integrazione con educazione civica e gli effetti misurati

Le nuove Linee guida per l’educazione civica hanno fornito il quadro normativo per trasformare i principi costituzionali in pratica didattica quotidiana. L’articolo 3 della Costituzione, incentrato sull’uguaglianza, è diventato il riferimento per affrontare temi come parità di genere, rispetto reciproco e linguaggio consapevole all’interno delle ore dedicate alla disciplina.

L’impatto di questo approccio è riscontrabile nei dati: il 68,5% degli istituti ha registrato un miglioramento del clima relazionale, con diminuzione degli episodi di bullismo e maggiore attenzione al modo in cui studenti e docenti comunicano tra loro. L’evidenza mostra come le parole scelte nelle interazioni quotidiane siano diventate oggetto di riflessione collettiva.

Questo cambiamento segna una transizione dalla logica della punizione a quella della prevenzione: il focus non è più solo sanzionare comportamenti problematici, ma costruire competenze relazionali che riducano il rischio di situazioni conflittuali.

Le buone pratiche e le collaborazioni territoriali

Quasi una scuola su due – il 47,4% degli istituti coinvolti nell’indagine – ha riportato la nascita di buone pratiche strutturate a partire dalle attività di sensibilizzazione avviate durante l’anno. Non si tratta di iniziative isolate, ma di modelli replicabili che hanno dato vita a reti stabili di collaborazione con associazioni locali e centri antiviolenza, integrando competenze interne ed esterne alla scuola.

Molti istituti hanno costruito percorsi formativi condivisi per studenti e docenti, coinvolgendo operatori specializzati e facilitando momenti di confronto aperti sul territorio. Queste esperienze hanno permesso di sviluppare linguaggi comuni e strumenti operativi che, nel tempo, hanno rafforzato la capacità della scuola di intervenire con continuità culturale, trasformando la sensibilizzazione in un processo educativo duraturo.

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