Voto in condotta, il 75% degli italiani approva: bocciatura con insufficienza, riparazione con 6

Voto in condotta, il 75% degli italiani approva: bocciatura con insufficienza, riparazione con 6

Tre italiani su quattro approvano il nuovo voto in condotta secondo un'indagine Demopolis. La riforma introduce regole stringenti: insufficienza significa bocciatura automatica.
Voto in condotta, il 75% degli italiani approva: bocciatura con insufficienza, riparazione con 6

Tre italiani su quattro approvano il nuovo voto in condotta. Il dato, pari al 75% dei cittadini, emerge da un’indagine dell’Istituto Demopolis e rappresenta un consenso ampio e trasversale nei confronti della riforma voluta dal ministro Valditara.

La percentuale è stata richiamata pubblicamente durante la kermesse di Atreju per sostenere il cambiamento normativo sul peso della condotta nel percorso scolastico.

Il risultato del sondaggio si inserisce in un clima di dibattito in cui le critiche alla misura vengono definite ideologiche e non fondate sul merito. L’alta percentuale di approvazione registrata da Demopolis dimostra che la maggioranza del Paese condivide la necessità di dare maggiore rilevanza al comportamento tenuto tra i banchi di scuola, collegandolo strettamente all’andamento complessivo dello studente.

La riforma del voto in condotta: cosa prevede

Il provvedimento introduce regole stringenti che collegano direttamente il comportamento all’esito dell’anno scolastico. In caso di insufficienza in condotta, lo studente va incontro alla bocciatura automatica, senza possibilità di compensare con i voti delle altre materie.

Con una valutazione pari a 6, invece, scatta una procedura di riparazione specifica: il passaggio alla classe successiva resta subordinato al superamento di questa prova integrativa.

La promozione piena è garantita soltanto con valutazioni superiori alla sufficienza. Questo sistema ridefinisce il peso della condotta, rendendola determinante per l’andamento complessivo.

L’obiettivo dichiarato dal Ministero è ripristinare la cultura del rispetto nelle aule, valorizzando chi mantiene un comportamento corretto e responsabilizzando gli alunni fin dai primi anni.

Le nuove soglie trasformano la valutazione comportamentale in un elemento centrale del percorso formativo, integrando il rispetto delle regole tra i requisiti essenziali per la promozione.

Le posizioni emerse ad Atreju e il ruolo di Zavalani

Il dibattito sulla riforma ha trovato spazio pubblico durante la kermesse di Atreju, dove Gino Zavalani, direttore editoriale di Esperia, ha preso posizione a sostegno dell’operato del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Secondo Zavalani, le contestazioni mosse alla riforma del voto in condotta derivano da pregiudizi ideologici e non da un’analisi oggettiva dei contenuti.

L’intervento richiama esplicitamente i dati del sondaggio Demopolis per sottolineare il contrasto tra il consenso della maggioranza degli italiani e le critiche sollevate da alcune componenti del mondo scolastico e politico. Zavalani sostiene che il 75% di approvazione dimostri come il Paese percepisca la necessità di regole più stringenti sul comportamento studentesco, rendendo le polemiche distanti dal sentire comune e dal merito delle misure adottate.

Le ricadute per studenti e famiglie

La riforma intende introdurre un approccio educativo orientato alla responsabilità, non una sanzione fine a se stessa. Il Ministero sottolinea che attribuire rilevanza alla condotta serve a valorizzare la convivenza civile e a formare cittadini consapevoli.

In questa prospettiva, il rispetto delle regole diventa parte integrante del percorso di formazione.

Le famiglie, secondo quanto emerge dal dibattito pubblico, vedono nel rigore uno strumento utile alla crescita dei ragazzi. L’obiettivo dichiarato è restituire autorevolezza alla scuola, premiando chi mantiene comportamenti corretti e costruttivi.

La condotta, quindi, non si limita più a un giudizio marginale, ma incide concretamente sull’andamento scolastico e sulle prospettive di promozione, stimolando negli studenti una maggiore attenzione al proprio ruolo nella comunità educativa.

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