Hobbes: La conoscenza - Studentville

Hobbes: La conoscenza

La conoscenza in Hobbes.

Indubbiamente uno degli ambiti in cui Hobbes si rivela maggiormente influenzato dalla cultura continentale è quello della conoscenza: egli abbraccia le teorie meccanicistiche di Cartesio con un rigoroso sensismo gnoseologico, che deve probabilmente essergli derivato dalle teorie di Gassendi. Infatti, se Cartesio riconosceva la possibilità  di idee innate, per Hobbes ogni conoscenza deriva dai sensi. A sua volta la sensazione viene spiegata in termini di movimento corporeo. La sensazione nasce dalla pressione esercitata dagli oggetti esterni sugli organi sensoriali e, tramite i nervi, sul cervello; a questa pressione l’ apparato percettivo dell’ uomo reagisce con un contro movimento che si conclude nella produzione dell’ immagine o fantasma dell’ oggetto. Dal momento che la reazione degli organi sensoriali è un movimento proiettivo verso l’ esterno, la produzione dei fantasmi sarà  caratterizzata dalla convinzione soggettiva che le immagini esistano esternamente rispetto al corpo. Ma in realtà  il contenuto della sensazione si risolve in una pura apparenza ( o fantasma, per dirla alla greca ): ciò che all’ occhio appare come colore e all’ orecchio come suono, oggettivamente non è che movimento meccanico di un corpo ( l’ oggetto esterno ) su un altro corpo ( l’ organo sensoriale del soggetto percipiente ). La dottrina della conoscenza sensibile di Hobbes poggia dunque su un presupposto gnoseologico di tipo fenomenistico. Dal movimento meccanico in cui consiste la sensazione, nasce anche il pensiero. Le idee, i pensieri, i concetti, in altri termini gli oggetti della mente e quindi il materiale della conoscenza, non sono infatti altro che il risultato di immagini sensoriali sedimentate nella memoria. Oltre alle immagini delle singole sensazioni, nella memoria permangono tuttavia anche le connessioni tra una sensazione e l’ altra e quindi tra un’ immagine e l’ altra: ed è proprio nella ricostruzione di queste connessioni che consiste il pensiero. Pensare non è altro che cercare i nessi causali relativi al determinato fantasma ( o pensiero ) che in un certo momento prevale sugli altri nella nostra mente: vale a dire connettere questo pensiero ( ad esempio, ” pioggia ” ) con quelli che possono esserne le cause ( per esempio, ” nube ” ) o, viceversa, con quelli che possono esserne gli effetti ( per esempio, ” bagnarsi ” ).

  • Filosofia del 1600

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