L’Economist ha dedicato la sua nuova copertina al rapporto tra intelligenza artificiale e nuove generazioni, titolando “Come l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando le ultime generazioni” e sottolineando che la tecnologia offre opportunità straordinarie ma anche rischi inquietanti. Il prestigioso settimanale britannico inserisce così il tema tra le grandi vicende sociali contemporanee, segnalando l’urgenza di una riflessione collettiva.
L’attenzione non è solo internazionale: a Roma, pochi giorni fa, si è svolto un incontro che ha riunito oltre cinquanta ragazzi per affrontare concretamente questi interrogativi. L’iniziativa risponde a un’esigenza sociale crescente, che attraversa confini e generazioni, e cerca di dare risposte a domande ancora aperte sugli effetti dell’intelligenza artificiale sulla salute mentale, le relazioni e il futuro dei giovani.
Il progetto I Ctrl Me: obiettivi e metodo
A Roma, oltre 50 ragazzi di età compresa tra 18 e 26 anni, provenienti da tutta Italia, hanno partecipato al lancio di I Ctrl Me, progetto sostenuto dal Parlamento europeo e promosso dall’eurodeputato ed ex sindaco di Roma Ignazio Marino. L’iniziativa mira a coniugare innovazione tecnologica con consapevolezza e autoregolazione, sviluppandosi attraverso tre pilastri operativi.
Il primo pilastro prevede un’indagine sistematica sulla salute mentale dei giovani nei 27 Paesi dell’Unione europea, per mappare bisogni e criticità. Il secondo consiste nel censimento delle risorse e delle buone prassi già attive sul territorio, documentando esperienze efficaci. Il terzo pilastro riguarda la creazione di un database geolocalizzato e accessibile, pensato per mettere in rete competenze ed esperienze a supporto delle future policy del Parlamento europeo.
L’architettura del progetto risponde all’esigenza di trasformare il dibattito sul rapporto tra intelligenza artificiale e giovani in azioni concrete e misurabili, collegando il livello locale a quello delle istituzioni europee.
Le posizioni di Ignazio Marino: regolazione dei social e dopamina “fake”
Ignazio Marino, eurodeputato ed ex sindaco di Roma, ha espresso perplessità sulla possibilità di vietare i social media ai minori di sedici anni. Secondo Marino, prima di assumere decisioni vincolanti sulle nuove tecnologie occorre “ascoltare tutte le voci che hanno qualcosa da dire”, sottolineando l’importanza di un confronto inclusivo.
Il parlamentare ha argomentato la propria posizione ricorrendo a un parallelismo tecnico-scientifico: “Il cervello è una macchina straordinaria: consuma appena 20 watt. Per fare le stesse cose a un computer serve l’energia di un intero quartiere”. Da questa premessa, Marino ha introdotto il concetto di “dopamina fake”, spiegando che “lo scrolling sui social è una dopamina fake che placa l’ansia del decidere, ma non costruisce il futuro come la dopamina dei progetti”.
Questo intervento segnala la necessità di affrontare il tema dell’intelligenza artificiale e del rapporto giovani-tecnologia con rigore scientifico e apertura al dialogo, evitando soluzioni normative affrettate e valorizzando la complessità del fenomeno.
Le proposte dei 18-26enni: l’app Dopa-Vibes e il confronto
Il confronto sviluppato durante l’incontro romano ha coinvolto oltre cinquanta partecipanti di età compresa tra i 18 e i 26 anni, provenienti da tutta Italia. Ai ragazzi è stato chiesto di elaborare proposte concrete per affrontare le criticità legate all’uso delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale, trasformando l’analisi dei rischi in progettualità condivisa.
Tra le numerose soluzioni emerse dal dibattito, è stata premiata un’applicazione denominata “Dopa-Vibes”, ideata collettivamente dai giovani presenti. La scelta di valorizzare questa proposta sottolinea l’importanza di processi partecipativi in cui gli stessi destinatari delle policy diventano protagonisti attivi nella ricerca di strumenti efficaci.
L’iniziativa dimostra come il coinvolgimento diretto delle nuove generazioni possa generare idee innovative e favorire un approccio più consapevole all’innovazione tecnologica.