Il contesto dell’incidente evidenzia un ambiente scolastico destinato a garantire sicurezza, ma che in questo caso ha fallito. Alessio, studente 17enne affetto da disturbo dello spettro autistico, necessitava di una sorveglianza costante. Gli accordi stipulati tra genitori e scuola hanno previsto il ruolo fondamentale dell’insegnante di sostegno, incaricato di monitorare il ragazzo, misure precauzionali che, purtroppo, non sono state rispettate in modo adeguato. Il sistema di sorveglianza ha fallito gravemente.
La dinamica dei fatti
Il mattino si presentava con segni di anomalia: Alessio, studente autistico, aveva manifestato comportamenti insoliti nonostante le misure di sicurezza. L’insegnante di sostegno, assente per qualche minuto, lasciò il ragazzo senza controllo.
Attraverso i corridoi e salendo scale, il percorso divenne pericoloso. Il conducente dello scuolabus fu il primo a notare l’irregolarità, attivando rapidamente l’allarme che rivelò il tragico sviluppo degli eventi. Controlli inadeguati aggravarono notevolmente il già precario monitoraggio.
Le implicazioni legali
Il quadro giudiziario si è definito con la chiusura delle indagini da parte della Procura, che ha richiesto il rinvio a giudizio per l’insegnante di sostegno. Le accuse mosse includono abbandono di persona incapace e lesioni gravissime.
Il processo potrebbe avere un impatto rilevante sul sistema scolastico, sollevando domande sulla sicurezza e l’adeguatezza delle misure di sorveglianza, spingendo verso una revisione delle responsabilità degli operatori educativi nel contesto attuale critico.