Disuguaglianze educative in crescita: l’Italia resta indietro rispetto all’Europa per diplomi e lauree

Disuguaglianze educative in crescita: l’Italia resta indietro rispetto all’Europa per diplomi e lauree

I recenti dati dell'Istat al Senato rivelano disuguaglianze educative in Italia, con un evidente divario territoriale e una bassa percentuale di diplomati.
Disuguaglianze educative in crescita: l’Italia resta indietro rispetto all’Europa per diplomi e lauree

I recenti dati presentati dall’Istat al Senato delineano un quadro preoccupante delle disuguaglianze educative in Italia. Il sistema scolastico nazionale mostra un marcato divario territoriale, sociale e di genere nei livelli di istruzione e vulnerabilità educativa. Nel 2024, solo il 66,7% delle persone tra i 25 e i 64 anni possiede almeno un diploma secondario superiore, un dato inferiore di 13,8 punti percentuali rispetto alla media europea dell’80,5%.

Questo ritardo evidenzia l’urgenza di interventi mirati per colmare le disparità educative che caratterizzano il territorio nazionale.

I livelli di istruzione in Italia

Nel 2024, il 66,7% delle persone tra i 25 e i 64 anni possiede almeno una qualifica o diploma secondario superiore, registrando un ritardo di 13,8 punti percentuali rispetto alla media europea dell’80,5%. La situazione è ancora più critica nell’istruzione terziaria: solo il 31,6% degli italiani ha conseguito un titolo universitario, contro il 44,1% della media UE27. Tra i paesi europei, soltanto la Romania presenta valori inferiori.

Le regioni meridionali mostrano le percentuali più basse di diplomati: Campania (58,5%), Puglia (56,9%), Sardegna (56,8%) e Sicilia (56,1%), evidenziando un marcato divario territoriale che penalizza il Mezzogiorno.

La dispersione scolastica e il rischio di abbandono

I dati relativi agli studenti del terzo anno della scuola secondaria di primo grado nell’anno scolastico 2024/2025 rivelano criticità significative nel sistema educativo italiano. Una quota preoccupante di studenti non raggiunge la sufficienza: il 41,4% presenta insufficienze in italiano e il 44,3% in matematica.

Le differenze territoriali emergono chiaramente nell’analisi delle competenze. La Sicilia registra le percentuali più elevate di studenti con scarse competenze alfabetiche (53,3%) e numeriche (62), seguita da Calabria e Sardegna.

Particolarmente allarmante risulta il fenomeno della dispersione implicita, che coinvolge il 12,3% degli studenti a livello nazionale. Questo indicatore identifica chi, pur completando il ciclo scolastico, consegue risultati molto distanti dagli obiettivi previsti. Sicilia (23,6%), Calabria (21,2%) e Sardegna (20,7%) mostrano i valori più critici.

Le prospettive future e le misurazioni educative

Nel 2023 l’Istat ha istituito una Commissione scientifica inter-istituzionale con l’obiettivo di definire e misurare la povertà educativa a livello nazionale, concludendo i lavori a gennaio 2026. La Commissione sta sviluppando un approccio multidimensionale che va oltre il semplice mancato raggiungimento degli obiettivi scolastici, articolando la povertà educativa in due domini principali: Risorse ed Esiti.

Questi si suddividono in cinque dimensioni specifiche: Contesto familiare, Contesto scolastico, Contesto territoriale, Competenze cognitive e Competenze personali e sociali. I primi risultati pubblicati a maggio 2024 confermano che le aree più svantaggiate si concentrano principalmente nel Mezzogiorno, con particolare criticità in Sicilia, Sardegna e Calabria.

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