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Gneo Nevio

Gneo Nevio (ca 275-201 a.C.) fu con Livio Andronico il più antico poeta latino. Di origini plebee e cittadino romano, nacque in Campania, forse a Capua. Combattè come soldato nella prima guerra punica e assistette anche alla seconda guerra punica. Spirito libero e indipendente, avversò fieramente l’aristocrazia che attaccò con un linguaggio aggressivo; i suoi strali pungenti contro la potente famiglia dei Metelli, probabilmente in una commedia, gli costarono la prigione. Morì, forse esule a Utica, in Africa.
Il drammaturgo
Si affermò come autore drammatico a partire dal 235 a.C., cinque anni dopo la messa in scena del primo dramma di Livio Andronico. Della sua attività teatrale rimangono una trentina di titoli di commedie palliate, genere congeniale allo spirito caustico del poeta, e di sei tragedie di argomento greco; due delle quali, Danae e Equos Troianus, hanno lo stesso titolo delle opere di Livio Andronico. Fra gli scarsi frammenti, il più significativo appartiene alla commedia Tarentilla (La ragazza di Taranto), vivace ritratto di una cortigiana intenta a civettare con i suoi amanti. Nevio, secondo la testimonianza di Terenzio, fu il primo scrittore di palliate a introdurre la contaminatio (la presenza di più generi letterari in un testo), ma fu anche il primo a far rappresentare delle praetextae, cioè le tragedie di argomento storico romano: Romulus, sulle origini leggendarie di Roma, e Clastidium in cui celebrava la vittoria di Casteggio (222 a.C.) del console Marco Claudio Marcello sui Galli Insubri.

[T2]Bellum Poenicum[/T]

La sua opera principale è il “Carmen belli Poenici”, meglio conosciuto come “Bellum Poenicum” in saturni che doveva contenere 40005000 versi. L’opera non aveva divisioni in libri ma venne ripartita in 7 libri. Composto negli anni della guerra annibalica il poema aveva un contenuto di grande attualità per il popolo romano.
Il Bellum Poenicum ha caratteri di originalità così marcati da rendere particolarmente spiacevole la sua perdita. Nevio non si limitava a trattare in poesia la guerra punica, nel momento in cui Roma affrontava nuovamente la tremenda minaccia cartaginese ma il suo racconto coinvolgeva la preistoria di Roma. Nevio narrava la leggenda di Enea che da inizio alla stirpe romana. Ma la fondazione di Roma si ricollegava alla caduta della città di Troia e i viaggi di Enea per mare erano in qualche modo paralleli alle perenigrazioni di Odisseo. Ma il poema aveva anche uno strato storico: il racconto della guerra contro Cartagine. È giusto insistere sull’ispirazione nazionale Del poema e sull’originalità della sua struttura ma non per questo bisogna staccare Nevio dalla tradizione letteraria greca in quanto egli si ispirò all’Odissea di Omero. Una caratteristica della lingua poetica arcaica è l’importanza delle figure di suono: ripetizioni, allitterazioni, assonanze. La ricchezza lessicale fu immensa e fu caratterizzata da nuove combinazioni sintattiche dovute alla dizione omerica. L’opera venne definita storica e Nevio segna la creazione di un linguaggio storiografico e sperimentale in cui le diverse componenti stilistiche non trovavano uno stabile equilibrio. Ma mentre l’ “Odyssia” di Livio era a suo modo ispirata dalla tradizione italica, il “Bellum Punicum” è più profondamente romano. Sono cambiate le circostanze: Roma non è più l’arbitro dell’Italia, ma una città che lotta per la sua stessa esistenza, e questo restringimento dei suoi orizzonti provoca un accesso di nazionalismo, di cui l’esaltazione storica degli eroi nazionali è una manifestazione palese. E’ non a caso anche il momento, come abbiamo visto, in cui si forma – anche e soprattutto per opera del nostro autore – la tragedia “praetexta”, simbolo quasi di una nuova orgogliosa consapevolezza della propria identità “nazionale”.
Nevio innovatore e precursore. Dunque, la storia recente diventava, per la prima volta, con Nevio, materia di poesia in un’opera originale, “nuova” ma non “primitiva” (presenta, come visto, complessità di struttura, ricercatezza stilistica e significativi punti di contatto con la produzione alessandrina), mediante la stilizzazione epica e la presenza dell’elemento mitico-religioso: questi elementi fanno a buon diritto di Nevio epico il precursore di Virgilio epico, ammirato ancora da Cicerone.

[T2]Opere minori[/T]

Di Nevio conosciamo: 2 praetexte (tragedie di ambientazione romana), il “Romulus”, sulla mitica fondazione di Roma e il “Clastidium”, celebrazione di Marco Claudio Marcello, vincitore degl’Insubri nella decisiva battaglia omonima, nella guerra di Gallia; almeno 6 tragedie mitologiche: “Equos troianus” , “Lesiona”, una leggenda relativa alle catastrofi troiane, “Hector proficiscens”, “Iphigenia”, “Danae” e “Lycurgus”, rappresentazione dionisiaca senza alcun dubbio in rapporto col diffondersi del culto di Bacco nell’Italia meridionale e nel Lazio durante gli ultimi decenni del III sec); 1 commedia, la “Tarentilla”, ossia il ritratto di una ragazza civettona; ma ci rimangono almeno altri 27 titoli, purtroppo con soltanto un’ottantina di frammenti, per un totale di 125 versi, non pochi incompleti.

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