Il Medio Oriente: problemi politici, economici e religiosi - Studentville

Il Medio Oriente: problemi politici, economici e religiosi

I problemi politici, economici e religiosi del Medio Oriente.

La questione del Medio Oriente, a partire dalla fine della seconda Guerra mondiale, si intreccia con
il destino del popolo ebraico e dei suoi rapporti con le popolazioni di fede islamica in Palestina. Gli
ebrei dell’Europa Orientale, già dall’inizio del Novecento, avevano cominciato ad emigrare in
Palestina per sfuggire ai gravi fenomeni di antisemitismo. La Palestina era allora abitata da una
popolazione araba ed era controllata dagli Inglesi, i quali inizialmente agevolarono l’immigrazione
ebraica.

Durante le due guerre mondiali, e soprattutto durante la seconda, l’arrivo in Palestina di ebrei da
tutta Europa aumentò considerevolmente. Essi acquistarono numerose terre con i contributi raccolti
dagli ebrei di tutto il mondo. Il 14 maggio 1948 gli ebrei costituirono in Palestina il loro Stato e lo
chiamarono Israele: il nuovo paese fu subito attaccato. Le guerre tra Israele e i paesi arabi
confinanti iniziano dunque nel momento stesso della nascita dello Stato ebraico. I palestinesi
respingono il piano di spartizione delle Nazioni Unite (due Stati per due popoli): una coalizione di
Stati arabi (Iraq, Giordania, Siria ed Egitto) attacca dunque Israele che riesce a difendersi. I territori
che per le Nazioni Unite spettano alla Palestina sono:

  • la Cisgiordania
  • Gerusalemme est
  • la Striscia di Gaza

Le prime due vengono amministrate dalla Giordania e la terza dall’Egitto. Nel 1956 Israele,
sfruttando la crisi di Suez, attacca l’Egitto ma viene fermato dalla comunità internazionale. Nel
1964 nasce l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (O.L.P.) che punta a dare una
rappresentanza ai palestinesi, liberandoli dalla dipendenza dai paesi arabi. Ne diventa capo Yasser
Arafat che la guiderà fino alla morte.

Nel 1967 scoppia la guerra dei Sei Giorni (occupazione da parte di Israele della Striscia di Gaza,
della Cisgiordania e di Gerusalemme est). Nel 1973 Egitto e Siria attaccano Israele (guerra dello
Yom Kippur). Israele occupa il Sinai in Egitto e il Golan in Siria. Nel 1979 l’Egitto firma un
accordo di pace con Israele. Finiscono così le guerre tra Israele e gli stati arabi, da questo momento
in poi allo stato ebraico si contrapporrà solo l’Olp.

Nel 1982 Israele si insedia nella parte meridionale del Libano per distruggere le basi palestinesi.
Dal 1987 al 1992 i palestinesi cominciano una forma di forte resistenza popolare (cosiddetta
“Intifada”). Nel 1993 vengono firmati gli Accordi di Oslo e sembra che il conflitto stia per volgere
al termine, ma rimangono irrisolti alcuni nodi di fondo, tra cui:

  • la nascita di uno Stato palestinese indipendente
  • il ritorno dei profughi palestinesi
  • il controllo delle risorse idriche
  • la questione di Gerusalemme.

Nel 1994 la Giordania firma un accordo di pace con Israele. Nelle zone che dovrebbero diventare il
futuro stato palestinese comincia una forma di autogoverno guidata dall’Autorità Nazionale
Palestinese, presidente della quale viene eletto nel 1996 ancora Yasser Arafat. Dopo l’entusiasmo
degli Accordi, la diplomazia internazionale arresta la sua pressione e israeliani e palestinesi non
riescono a trovare un accordo.

Successivamente, Israele si ritira dal Libano (siamo nel 2000). Ma le tensioni non si placano: nel
settembre 2000, comincia la seconda. Il conflitto sembra perdere intensità quando, l’11 novembre
2004, muore Arafat.

Il Governo israeliano, guidato da Ariel Sharon, e lea Diplomazia delle grandi potenze mondiali, si
dichiarano di nuovo pronte al confronto con i palestinesi. A gennaio 2005 si tengono le elezioni presidenziali in Palestina e successore di Arafat viene nominato Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Il dialogo riprende, ma il Governo Sharon decide di sgomberare la Striscia di Gaza, conquistata nel 1967, ad agosto 2005. L’esercito di Tel Aviv libera con la forza i coloni israeliani e lascia l’amministrazione del territorio ai palestinesi.

Il 25 gennaio 2006, le elezioni politiche in Palestina sanciscono la vittoria del partito armato degli
islamisti di Hamas. Il nuovo Governo di Hamas ha tuttavia vita breve (immediatamente boicottato
dalla comunità internazionale e da Israele).

Nei mesi successivi, la crisi inter-palestinese continua però ad aggravarsi progressivamente, fino a
quando, nel giugno del 2007, sfocia in scontri aperti che culminano con la conquista della Striscia
di Gaza da parte di Hamas. Israele nei mesi successivi dichiara Gaza “entità nemica” e costringe la
Striscia ad un durissimo embargo, impedendo l’apertura dei confini tra la Striscia e l’Egitto.

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