Mimnermo: poesie e frammenti - Studentville

Mimnermo: poesie e frammenti

Riassunto dettagliato su Mimnermo, poeta elegiaco greco, e i frammenti rimasti delle sue poesie.

MIMNERMO: POESIE E FRAMMENTI. Leggi il riassunto su Mimnermo e i frammenti delle sue poesie. Su Mimnermo abbiamo scarse notizie biografiche, oltretutto piene di contraddizioni. Secondo il lessico Suda il poeta nacque a Colofone, città ionica dell’Asia Minore, tra il 632 e il 629 a.C. Altre fonti più attendibili invece lo considerano contemporaneo di Semonide di Amorgo e nato a Smirne intorno alla metà del VII secolo a.C. Questa notizia viene confermata dal fatto che fu attribuito a Mimnermo un poema elegiaco, Smirneide, incentrato sulla lotta tra Smirne e la Lidia. Inoltre al poeta viene attribuita una raccolta di versi intitolata Nannò, dal nome di una flautista cantata da Mimnermo. Di tutta l’opera di Mimnerno ci rimangono circa 15 frammenti incentrati principalmente sull’amore e sulla giovinezza, dai toni riflessivi e dediti al sentimento. Da ciò possiamo dedurre che l’ambiente delle poesie di Mimnerno fu essenzialmente il simposio.
MIMNERMO FRAMMENTI DI ELEGIE. Le tematiche dei frammenti che ci sono giunti riguardano essenzialmente la soggettività, le esigenze del singolo di fronte ai doveri da cittadino. Riscontriamo la volontà di godere quanto la vita può offrire di felice e piacevole. Da ciò però scaturisce una considerazione profonda: quanto più l’uomo si abbadona al godimento di una felicità immediata e sensibile, tanto più deve essere consapevole dell’estrema caducità di ciò che desidera (fr. 1D.). Le cose più belle concesse ai mortali sono anche le più brevi e le più fragili, e non ha senso continuare a vivere dopo averle perse.
MIMNERMO FRAMMENTO 2 D.: COME LE FOGLIE. Il tema della giovinezza che fugge e su cui incombe l’incubo della vecchiaia ricompare nel frammento 2 D., che inizia con una similitudine di natura omerica: “noi siamo come le foglie, che genera il tempo dei fiori, la primavera; e crescono in lampi di sole. Come loro, per un breve attimo, il fiore della giovinezza godiamo; e gli dèi non ci fanno conoscere né il bene né il male. Ma nere ci stanno a fianco le Kere, e ci portano, una il destino di amara vecchiaia, l’altra, quello di morte; un attimo è il frutto di giovinezza, uno splendore di sole sulla terra…“. La similitudine uomini-foglie, dopo Omero (Iliade VI, 146-149; XXI, 464 sgg.) era diventata un luogo comune nella poesia lirica. Mimnermo la riprese con conferendole un significato nuovo. Sostituì il termine “uomini” con “noi”, rendendo la similitudine una riflessione approfondita e partecipe sul destino dell’uomo. L’umanità non reclama più l’onore, ma il suo diritto alla gioiosa libertà della vita, attratta dall’amore e dalla giovinezza. Con Mimnermo allora si spegne definitivamente l’età eroica e tramonta l’avventura della colonizzazione. La sua poesia si apre ad esperienze nuove, improntate ad una sensibilità diversa.

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