Iam virtutem
ex consuetudine vitae sermonisque nostri interpretemur nec eam, ut quidam docti, verborum magnificentia metiamur virosque bonos
eos, qui habentur, numeremus, Paulos, Catones, Galos, Scipiones, Philos; his communis vita contenta est; eos autem omittamus,
qui omnino nusquam reperiuntur.
Versione tradotta
E la virtù intendiamola
secondo il senso comune della vita e del nostro linguaggio corrente, e non definiamola con pompa di parola, come fanno certi
filosofi; e mettiamo nel numero dei buoni quelli che son ritenuti tali, cioè persone come Paolo, Catone, Galo, Scipione, Filo;
di questi si contenta la comune vita; e lasciamo perdere quelli che non si trovano affatto in nessuna parte.
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Cicerone
- Cicerone