Itaque in iis perniciosus est error
qui existimant libidinum peccatorumque omnium patere in amicitia licentiam; virtutum amicitia adiutrix a natura data est, non
vitiorum comes, ut, quoniam solitaria non posset virtus ad ea, quae summa sunt, pervenire, coniuncta et consociata cum altera
perveniret. Quae si quos inter societas aut est aut fuit aut futura est, eorum est habendus ad summum naturae bonum optumus
beatissimusque comitatus.
Versione tradotta
Quindi v'è un pernicioso errore in coloro che pensano che sia aperta all'amicizia la licenziosa via
d'ogni capriccio e d'ogni peccato; esempio di virtù, non compagna di vizi ci fu data l'amicizia dalla natura,
affinché, se la virtù d'uno solo non potesse giungere a quella che è la cima più alta, congiunta e associata con la virtù di
un altro, là ella giungesse. E se tra alcuni o v'è o v'è stata od è per esservi tale associazione, la compagnia loro è da
ritenersi la migliore e la più felice a conseguire il bene supremo della natura umana.
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Marco Tullio Cicerone
- Cicerone