Quid enim potest esse tam flexibile, tam devium quam animus eius qui
ad alterius non modo sensum ac voluntatem sed etiam vultum atque nutum convertitur?
Negat quis, nego; ait, aio; postremo
imperavi egomet mihi
Omnia adsentari, ut ait idem Terentius, sed ille in Gnathonis persona, quod amici genus adhibere
omnino levitatis est.
Versione tradotta
Che cosa
infatti vi può essere tanto pieghevole, tanto ambiguo, quanto l'anima di colui che non solo al sentimento e alla volontà
d'un altro, ma all'aspetto del volto e al cenno si muta?
«Nega uno, nego; afferma, affermo; insomma ho fatto legge io
stesso a me di dar sempre ragione in tutto»,
come dice il medesimo Terenzio; ma nel personaggio di Gnatone; accettare però
un amico di tal fatta è leggerezza senza pari.
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Marco Tullio Cicerone
- Cicerone