De Amicitia, Paragrafo 32 - Studentville

De Amicitia, Paragrafo 32

Ab his qui pecudum ritu ad voluptatem omnia referunt longe dissentiunt,

nec mirum; nihil enim altum, nihil magnificum ac divinum suspicere possunt qui suas omnes cogitationes abiecerunt in rem tam

humilem tamque contemptam. Quam ob rem hos quidem ab hoc sermone removeamus, ipsi autem intellegamus natura gigni sensum

diligendi et benevolentiae caritatem facta significatione probitatis. Quam qui adpetiverunt, applicant se et propius admovent

ut et usu eius, quem diligere coeperunt, fruantur et moribus sintque pares in amore et aequales propensioresque ad bene

merendum quam ad reposcendum, atque haec inter eos sit honesta certatio. Sic et utilitates ex amicitia maximae capientur et

erit eius ortus a natura quam ab imbecillitate gravior et verior. Nam si utilitas amicitias conglutinaret, eadem commutata

dissolveret; sed quia natura mutari non potest, idcirco verae amicitiae sempiternae sunt. Ortum quidem amicitiae videtis, nisi

quid ad haec forte vultis.

Fannius: Tu vero perge, Laeli; pro hoc enim, qui minor est natu, meo iure respondeo.

Versione tradotta

Da queste idee dissentono quelli che riconducono, come le bestie, ogni cosa al piacere, e non fa

meraviglia: a niente che sia alto, a niente che sia magnifico e divino possono alzare lo sguardo quelli che hanno abbassato

tutti i loro pensieri a cosa tanto umile e spregevole.
Perciò escludiamo costoro da questo discorso, e cerchiamo di capire,

per parte nostra, che per natura nascono il sentimento d'amore e la tenerezza d'affetto, apparsi che siano certi indizi

di rettitudine. E quelli che aspirano ad essa si avvicinano sempre più a colui che hanno preso ad amare, per poterne godere la

familiarità ed i modi, per essere pari ed uguali in amore e più inclini a render servizi che a domandarne; perché vi sia tra

loro questa nobile gara.
Così deriveranno i maggiori vantaggi dall'amicizia, e il suo nascere dalla natura piuttosto che

dalla debolezza umana sarà più nobile e più conforme a verità. Di fatto, se l'utilità unisse le amicizie, mutata che fosse,

anche le scioglierebbe; ma poiché la natura non si può mutare, per questo le vere amicizie durano eterne. Ecco detto quale è in

verità l'origine dell'amicizia; a meno che vogliate aggiungere qualcosa.
FANNIO: Continua tu, Lelio; rispondo io, come

è mio diritto, per lui che è minore di età.

  • Letteratura Latina
  • De Amicitia di Cicerone
  • Cicerone

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti