Tesina - Sulle orme di Orfeo - Studentville

Tesina - Sulle orme di Orfeo

l'ombra. viaggio interdisciplinare nei suoi molteplici aspetti simbolici e reali

Tesina: Umanistica[br] Di: Alessandra C. [br] Tipo Scuola: Liceo Classico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]PREMESSA L’argomento che intendo trattare in questa mia tesi è l’ombra, nei suoi molteplici aspetti e significati reali e simbolici, attraverso un viaggio interdisciplinare. Ho scelto una tematica da cui mi sento attratta e che mi risulta tanto più affascinante quanto più difficile e sfidante è la sua totale comprensione. Perché è proprio Orfeo la figura simbolo di questo mio percorso? Perché Orfeo, nel folle tentativo di strappare la sua amata dal regno dei morti, non esita a sfidare gli dei dell’Oltretomba, entrando egli, vivo, nella loro oscura dimora. Incarna, Orfeo, tutta l’umanità alla ricerca di un’identità profonda che si esprime anche attraverso sentieri inesplorati e oscuri dell’anima, forse non illuminati dalla luce della ragione, ma dominio del polo pulsionale dell’uomo e delle sue emozioni. Euridice, incantevole driade della Tracia, dopo la morte, fece sì che il suo amato Orfeo la cercasse nel Tartaro, misterioso luogo delle ombre con il fine di riportarla a una vita che senza di lei non aveva più senso. Con la sua incantevole musica, Orfeo riuscì ad addolcire persino il gelido Dio dei morti, Ade, e la consorte Persefone e ad ottenere dagli dei del Tartaro di portar via l’amata, ad una condizione: avrebbe dovuto precederla e non si sarebbe mai potuto voltare per guardarla, ma Orfeo non resistette all’amore e, volgendosi per ammirarla, la perse per sempre. Orfeo dimostra con il suo istintivo e disperato gesto di aver bisogno di un contatto con la sua amata, sia pur solo di uno sguardo, concreto e dannatamente umano. L’estasiante suonatore di lira incarna l’impossibilità per l’uomo di restar legato all’ombra, la sua necessità di luce e materia. Ma è lo stesso Orfeo che rimarrà eternamente avvinto all’ombra di Euridice, invocando il suo nome mentre, morendo, scivola lungo il fiume Ebro in direzione dell’isola di Lesbo.

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