La visita al Centro culturale islamico ha rappresenta un’importante iniziativa educativa: Don Andrea Sech ha chiarito che l’esperienza, guidata dall’imam Avnija, è nata per accompagnare i bambini nella crescita multiculturale. I genitori erano stati preventivamente informati e avevano dato il consenso.
Le reazioni contrastanti nel panorama politico italiano
La pubblicazione delle immagini dei bambini inginocchiati nella moschea ha scatenato un’ondata di polemiche nel panorama politico. Il leader della Lega Matteo Salvini ha sollevato accuse, insinuando che gli studenti stessero pregando, mentre il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha espresso il proprio disappunto sull’iniziativa.
L’episodio ha persino portato il ministero dell’Istruzione a disporre un’ispezione nell’istituto scolastico. Nonostante le critiche provenienti dai vertici della Lega e di Fratelli d’Italia, la reazione delle famiglie è stata di segno opposto. I genitori hanno difeso pubblicamente l’operato delle maestre, sostenendo il valore formativo dell’esperienza interculturale.
La vicenda ha così alimentato un intenso dibattito nazionale sulle modalità di educazione alla diversità religiosa e culturale nelle scuole italiane.
Il racconto emozionante delle insegnanti
Le insegnanti hanno condiviso con entusiasmo l’esperienza vissuta al Centro culturale islamico. “È stata un’esperienza davvero emozionante”, hanno scritto nel loro resoconto. Durante la visita, le maestre hanno rispettato le tradizioni indossando il velo mentre tutti si sono tolti le scarpe prima di entrare.
L’imam Avnija ha accolto il gruppo con grande disponibilità, spiegando che la fede islamica si fonda su cinque pilastri fondamentali e illustrando la pratica della preghiera quotidiana, ripetuta cinque volte al giorno. I bambini hanno potuto osservare l’ampio tappeto rosso con strisce bianche utilizzato per la preghiera e hanno persino provato alcuni gesti rituali.
L’iniziativa si è inserita in un percorso già avviato di conoscenza interculturale, come testimonia la precedente lettura di un libro sul Ramadan da parte della mamma di Bilal. Le insegnanti hanno concluso il loro racconto ringraziando l’imam per l’accoglienza caratterizzata da “rispetto, amicizia ed entusiasmo”.
Il sostegno delle famiglie e l’approccio inclusivo della scuola
A fare da scudo alle insegnanti e alla loro iniziativa culturale sono stati proprio i genitori degli alunni, che hanno difeso con convinzione la scelta educativa della scuola. Come emerge dalle cronache locali, le famiglie avevano ricevuto informazioni dettagliate sulla visita e fornito il loro consenso anticipatamente, smentendo così le accuse di mancata trasparenza.
La direzione scolastica, rappresentata dalla direttrice Stefania Bazzo, ha ribadito con fermezza che l’esperienza risponde a un bisogno fondamentale: “Vivere una reciprocità reale, per comprendersi e valorizzare le diversità”. In un comunicato congiunto firmato anche dal parroco e dall’insegnante Stefania Pillon, l’istituto ha sottolineato come questa attività faccia parte di un progetto educativo più ampio, in linea con le direttive nazionali, che tiene conto della ricchezza multiculturale presente tra i banchi della scuola stessa, dove convivono armoniosamente bambini di diverse nazionalità e fedi.