La mobilitazione dei docenti in Alto Adige coinvolge istituti di lingua italiana e tedesca, creando un fronte comune senza precedenti nel territorio. La protesta ha portato al blocco totale di gite scolastiche e attività integrative, impattando significativamente la quotidianità degli studenti.
Il movimento nasce dalla necessità di ottenere migliori condizioni lavorative e un adeguato riconoscimento economico, evidenziando criticità strutturali del sistema scolastico provinciale che coinvolgono l’intera comunità educativa.
Il coordinamento tra istituti
Il movimento nasce dal “Gruppo Dignità Istruzione Docenti”, un’iniziativa spontanea emersa dal liceo e rapidamente diffusasi negli altri istituti dell’Alto Adige. La mobilitazione dal basso ha registrato un’adesione straordinaria del 95% dei docenti in diversi plessi scolastici, dalle scuole superiori agli istituti tecnici.
Per consolidare l’azione di protesta, è stata organizzata una maxi-riunione online che ha visto la partecipazione congiunta di insegnanti delle scuole di lingua italiana e tedesca, con l’obiettivo di “unire le forze” per ottenere riconoscimento professionale ed economico.
Le rivendicazioni e criticità del corpo docente
I docenti altoatesini avanzano richieste precise per ottenere maggiore riconoscimento economico e riduzione della burocrazia crescente che penalizza la qualità didattica. Al centro delle proteste emerge la denuncia di una “impressionante mole di lavoro sommerso” non riconosciuto né economicamente né socialmente.
Gli insegnanti contestano l’eccesso di attività extrascolastiche che interferiscono con la normale didattica, lamentando come “le scuole non possano essere considerate supermercati dove ognuno propone la propria merce”. La mobilitazione mira a recuperare la dignità professionale attraverso la valorizzazione dell’insegnamento.
Le implicazioni economiche e reazioni esterne
La Provincia di Bolzano ha stanziato aumenti salariali compresi tra 4.000 e 5.190 euro lordi annui, oltre a 330 milioni di euro per il triennio 2026-2028. Tuttavia, i docenti ritengono questi incrementi inadeguati rispetto al costo della vita particolarmente elevato in Alto Adige.
Le famiglie manifestano crescente preoccupazione per l’interruzione delle attività extrascolastiche, con alcuni genitori che hanno avviato iniziative autogestite per sopperire alla mancanza di gite e progetti. La Consulta provinciale dei genitori sollecita l’apertura di un dialogo costruttivo tra le parti, sottolineando che a risentire maggiormente della situazione sarebbero studenti e famiglie.