Bullismo: rischi penali e obblighi civili per studenti e famiglie

Bullismo: rischi penali e obblighi civili per studenti e famiglie

La tragica morte del 14enne di Latina ha scosso l'opinione pubblica, portando alla luce le gravi conseguenze che il bullismo può avere sui giovani.
Bullismo: rischi penali e obblighi civili per studenti e famiglie

La tragica morte del 14enne di Latina ha scosso l’opinione pubblica, portando alla luce le gravi conseguenze che il bullismo può avere sui giovani. Secondo i familiari, il ragazzo si sarebbe tolto la vita a causa degli atti di bullismo subiti a scuola, spingendo la Procura dei minori a indagare per istigazione al suicidio.

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha immediatamente inviato ispettori nelle scuole frequentate dalla vittima per fare chiarezza sulla situazione. Quattro giovani sono stati convocati dalla Procura per chiarire la loro posizione nel caso. Come sottolineato dall’avvocato Dino Caudullo, la giovane età non costituisce un salvacondotto: i minori restano soggetti a responsabilità sia penali che civili, con conseguenze che possono estendersi anche ai nuclei familiari di appartenenza.

Le conseguenze penali: il rischio per studenti

La giovane età non costituisce un salvacondotto per chi si macchia di atti di bullismo. Gli studenti che hanno compiuto 14 anni sono considerati imputabili dall’ordinamento italiano e possono affrontare serie conseguenze penali. L’articolo 610 del Codice penale punisce la violenza privata, configurandosi quando qualcuno “con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa”.

Gli episodi di bullismo possono inoltre sfociare in reati più gravi come percosse e lesioni personali, con sanzioni proporzionate alla gravità del danno inflitto alla vittima.

La responsabilità civile: il risarcimento dei danni

Le conseguenze del bullismo non si limitano al solo ambito penale. Gli episodi possono essere valutati anche in sede civile, dove è possibile rivendicare il diritto al risarcimento dei danni subiti secondo l’articolo 2043 del Codice civile.

Questo articolo stabilisce che qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto obbliga chi ha commesso il fatto a risarcire il danno. La responsabilità si estende anche alle famiglie dei minori che compiono atti di bullismo, in base all’articolo 2048 del Codice civile, che prevede il risarcimento degli eventuali danni causati dal figlio minorenne.

I dati ufficiali: le percentuali e le tendenze

Il rapporto HBSC dell’Istituto Superiore di Sanità rivela che oltre l’85% degli studenti dichiara di non aver mai agito o subito atti di bullismo. Tuttavia, la frequenza risulta maggiore tra i più giovani: circa il 20% degli 11enni, intorno al 15% dei 13enni e meno del 10% nei 15enni. Le proporzioni si riducono progressivamente con l’aumentare dell’età.

A livello territoriale emerge un leggero trend in riduzione tra Nord Italia e Centro-Sud, dove le ricorrenze sembrano essere minori. Le tendenze di genere mostrano sviluppi significativi: negli ultimi 12 anni il bullismo si è fortemente ridotto nei maschi di 11 anni, mentre è leggermente aumentato nelle ragazze della stessa età.

Le implicazioni legali: le prospettive per studenti e famiglie

Gli episodi di bullismo comportano conseguenze legali significative che coinvolgono direttamente sia gli studenti che le loro famiglie. Dal punto di vista penale, i minori che hanno compiuto 14 anni possono essere chiamati a rispondere per reati come violenza privata, percosse e lesioni personali, mentre in sede civile si configura l’obbligo di risarcimento danni secondo l’articolo 2043 del Codice civile.

Le famiglie non risultano esenti da responsabilità, potendo essere chiamate a risarcire i danni causati dai figli minorenni in base all’articolo 2048.

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