Buono scuola da 1.500 euro per le paritarie: l'emendamento entra tra i prioritari della manovra

Buono scuola da 1.500 euro per le paritarie: l'emendamento entra tra i prioritari della manovra

L'emendamento presentato da Forza Italia e Noi Moderati prevede voucher da 1.500 euro per famiglie con Isee sotto 30mila euro.
Buono scuola da 1.500 euro per le paritarie: l'emendamento entra tra i prioritari della manovra

L’emendamento sul buono scuola si inserisce nel percorso della legge di bilancio 2025, attualmente all’esame del Parlamento. La proposta, presentata congiuntamente da Forza Italia e Noi Moderati, è stata inclusa nell’elenco dei 414 emendamenti segnalati come prioritari al disegno di legge della manovra economica.

La qualifica di “prioritario” deriva dalla segnalazione formale tra gli emendamenti ritenuti di maggiore rilevanza dai gruppi parlamentari. Come riporta Il Sole 24 Ore, questa classificazione indica che il provvedimento sarà esaminato con particolare attenzione durante la discussione in commissione.

L’iniziativa era stata anticipata nelle settimane precedenti dalle ricostruzioni della stampa specializzata, che ne avevano evidenziato l’inserimento dell’ultimo minuto nel pacchetto di modifiche alla manovra.

La misura proposta: voucher da 1.500 euro per famiglie con Isee sotto 30 mila

L’emendamento prevede l’erogazione di un voucher di 1.500 euro per figlio destinato alle famiglie che scelgono di iscrivere i propri figli a una scuola paritaria. Il beneficio è riservato ai nuclei familiari con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) inferiore a 30.000 euro, parametro che misura la condizione economica del nucleo considerando redditi, patrimonio e composizione familiare.

Il contributo è cumulabile fino a un massimo di 5.000 euro per ciascun nucleo familiare, permettendo così alle famiglie con più figli iscritti alle paritarie di sommare i voucher individuali senza superare il tetto stabilito.

Secondo le stime riportate dal Corriere della Sera e riprese dalla nota della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL, l’iniziativa comporterebbe un onere complessivo di circa 20 milioni di euro per le casse dello Stato. Per garantire la copertura finanziaria della misura, l’emendamento prevede una riduzione equivalente del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica, strumento che raccoglie risorse destinate a interventi economici di carattere generale.

Le critiche: opposizioni e sindacato contestano le priorità di spesa

L’emendamento ha sollevato forti obiezioni da parte delle opposizioni e del sindacato. Peppe De Cristofaro, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra al Senato, ha definito la proposta “un vero e proprio regalo che calpesta la Costituzione”, sottolineando come il centrodestra riproponga ogni anno iniziative per destinare maggiori risorse alle scuole private.

La senatrice Barbara Floridia del Movimento 5 Stelle ha criticato la scelta di stanziare fondi per le scuole paritarie mentre “per la scuola pubblica arrivano solo tagli”, evidenziando la contraddizione tra la dichiarata scarsità di risorse e la disponibilità di fondi per questo intervento.

La FLC CGIL ha contestato duramente l’operazione, definendola “una scelta politica ben precisa, che sottrae risorse alla scuola pubblica” per destinarle a chi dispone già di alternative. Il sindacato ha ricordato che un emendamento analogo era stato ritirato lo scorso anno dopo le polemiche e ha denunciato l’accantonamento delle vere priorità del sistema di istruzione, dalla stabilizzazione dei precari agli adeguamenti retributivi.

Le posizioni favorevoli: la richiesta di suor Anna Monia Alfieri sul buono scuola

A sostegno dell’emendamento si colloca suor Anna Monia Alfieri, membro dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia, che ha riproposto il Buono Scuola come strumento per garantire la libertà di scelta educativa. La religiosa ha ringraziato il governo per i fondi già stanziati, ad esempio per gli alunni con disabilità, e ha chiesto “il coraggio del Buono Scuola nazionale”, sostenendo che aiuterebbe le classi sociali più svantaggiate a scegliere liberamente la scuola.

La proposta, già avanzata negli anni precedenti, punta a rendere più concreta la parità scolastica nel sistema italiano.

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