Il background socioeconomico medio della scuola rappresenta il principale fattore di rischio per la dispersione scolastica implicita, come evidenziato dallo studio del Politecnico di Milano basato sui dati Invalsi. Le difficoltà emergono precocemente nel percorso formativo, rendendo cruciali gli interventi già durante il primo ciclo di istruzione per prevenire l’insuccesso formativo futuro.
Il ruolo degli insegnanti e la frequenza
L’assenteismo dei docenti rappresenta uno dei fattori più critici nell’incremento del rischio di dispersione scolastica implicita. I dati dello studio del Politecnico di Milano dimostrano una correlazione diretta tra i giorni di assenza degli insegnanti per malattia o altri motivi e l’aumento significativo delle difficoltà di apprendimento degli studenti.
La continuità didattica emerge come elemento fondamentale per garantire un percorso formativo solido e privo di interruzioni che potrebbero compromettere l’acquisizione delle competenze di base. La presenza regolare del corpo docente non solo assicura la trasmissione dei contenuti programmati, ma mantiene anche quella stabilità relazionale essenziale per il benessere educativo degli alunni e la loro motivazione allo studio.
La comunicazione digitale nella didattica
Il registro elettronico emerge come uno strumento fondamentale nella lotta contro la dispersione scolastica implicita. Lo studio del Polimi evidenzia chiaramente come l’utilizzo di piattaforme digitali per la comunicazione tra scuola e famiglia produca un effetto diretto nella riduzione del rischio di povertà educativa.
I canali digitali permettono ai genitori di monitorare costantemente l’andamento scolastico dei propri figli, facilitando l’identificazione tempestiva delle difficoltà. Questa comunicazione efficace rafforza il patto educativo tra istituzione scolastica e territorio, creando una rete di supporto essenziale per il successo formativo degli studenti.
I progressi nelle statistiche nazionali
Il Rapporto Nazionale INVALSI 2025 conferma una tendenza incoraggiante: la dispersione scolastica esplicita (ELET) registra una costante e significativa diminuzione negli ultimi anni. L’Italia ha raggiunto il traguardo del PNRR fissato per il 2026, attestandosi al 9,8% nel 2024 con un anno di anticipo rispetto alle previsioni.
Questo risultato posiziona il paese in linea con l’obiettivo europeo del 9% previsto per il 2030. Tuttavia, l’ampliamento della platea scolastica porta con sé nuove sfide: l’ingresso nel sistema di studenti con livelli di apprendimento iniziali più fragili rende la popolazione scolastica più eterogenea e complessa da gestire.