Circolare contro i troppi compiti: i sindacati criticano Valditara

Circolare contro i troppi compiti: i sindacati criticano Valditara

Circolare contro i troppi compiti: i sindacati criticano Valditara

La recente circolare firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha acceso un dibattito nel mondo scolastico italiano. Il documento, inviato a tutte le scuole, richiede esplicitamente l’alleggerimento del carico di lavoro per gli studenti, vietando i compiti assegnati per il giorno successivo e le verifiche non programmate. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre lo stress degli alunni e garantire un equilibrio tra studio e vita personale, intervenendo in modo diretto sulla gestione quotidiana dell’attività didattica.

Tuttavia, questa iniziativa ha immediatamente sollevato critiche da parte del corpo docente, che percepisce la direttiva come un’ingerenza nella propria sfera di autonomia professionale, riaccendendo il dibattito sul delicato confine tra linee guida ministeriali e libertà degli insegnanti.

La voce unanime dei sindacati contro l’intervento ministeriale

Un fronte sindacale compatto si è schierato contro la circolare sui compiti e le verifiche firmata dal ministro Valditara. Il primo a esprimere forti critiche è stato Giuseppe D’Aprile, segretario nazionale della Uil Scuola, che ha definito la circolare “un atto ingerente e un attacco all’autonomia professionale degli insegnanti”. Secondo D’Aprile, “ogni docente conosce profondamente la propria classe e sa calibrare verifiche e compiti” in base alle esigenze reali degli studenti.

Anche la Flc Cgil, per voce della segretaria Gianna Fracassi, ha usato toni duri, accusando il ministro di aver smesso “da tempo di occuparsi dei problemi reali della scuola italiana” e di rappresentare ormai “il populismo ministeriale”. La circolare viene bollata come “un’indebita ingerenza” nelle prerogative dell’autonomia scolastica.

Non meno critica la posizione della Cisl Scuola, con la segretaria Ivana Barbacci che ha giudicato “assolutamente inopportuno l’intervento diretto da parte del ministro” in questioni che dovrebbero essere gestite nell’ambito dell’autonomia riconosciuta ai docenti e agli organi collegiali.

Infine, anche il presidente dell’Anief Marcello Pacifico ha ribadito che “la libertà d’insegnamento sia fondamentale come principio da rispettare” e che eventuali regole possono essere solo suggerite, non imposte.

Le critiche sulla libertà didattica minacciata

Il nodo centrale delle critiche mosse dai sindacati riguarda la percezione che il ministro abbia oltrepassato i propri limiti istituzionali, interferendo con un principio ritenuto sacro: l’autonomia professionale degli insegnanti. Secondo i rappresentanti sindacali, ogni docente possiede una conoscenza approfondita della propria classe che gli permette di modulare verifiche e compiti in base alle specifiche necessità formative.

La circolare viene interpretata come un tentativo di “imbrigliare” questa libertà attraverso prescrizioni considerate troppo rigide. Questo approccio ministeriale segnalerebbe una mancanza di fiducia nella professionalità del corpo docente, riducendo la capacità degli insegnanti di adattarsi in modo flessibile all’andamento quotidiano delle attività didattiche. La questione solleva quindi un dibattito più ampio sul delicato equilibrio tra indicazioni centrali e autonomia locale nella gestione dell’insegnamento.

Lo scenario futuro nelle aule italiane

La diatriba ministeriale rischia di accentuare il divario tra istituzioni centrali e corpo docente, erodendo la fiducia professionale. Gli insegnanti potrebbero adottare un atteggiamento più formalistico, limitando l’iniziativa personale.

Il confronto apre interrogativi sulla governance scolastica e sull’equilibrio tra linee guida nazionali e flessibilità didattica, questioni destinate a riemergere nei prossimi dibattiti educativi.

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