Valeria Cagnina è nata nel 2001 (fatevi i conti di quanti anni abbia, pochi in ogni caso). Appassionata da sempre di robotica e tecnologia, a 11 anni nel corso di un CoderDojo vede una semplice pianta digitale realizzata con Arduino: è l’inizio di un amore. Decide di acquistare un kit di Arduino e, in brevissimo tempo, dopo aver realizzato i progetti iniziali, seguendo e modificando i video di Youtube realizza il mio primo robot in grado di muoversi evitando gli ostacoli. A 17 anni ha fondato una sua società di robotica educativa, organizza dimostrazioni in giro per il mondo, mostra i suoi robot, tiene laboratori e workshop ed utilizza la robotica che è la sua passione per aiutare i ragazzi ad essere curiosi, a scoprire e coltivare le loro di passioni. Dopo aver aperto nel 2015 la Maker Faire Rome all’Università La Sapienza, è tra i main-speaker di Campus Party Italia 2019. Sullo stesso palco ieri sono saliti Corrado Passera e Sir Berners-Lee. «Ho incontrato il suo team al MIT, mi piace che lui stia lavorando al modo in cui gli oggetti possano comunicare» ha detto. Dopo di lei Gino Strada. I temi del suo intervento? Maker, robot e insegnamento. Ecco cosa ci ha detto pochi minuti prima del suo intervento.
Buongiorno Valeria, come stai? Hai da poco terminato gli esami di Maturità.
«Sto bene. Sì, ho appena fatto la Maturità da privatista. Ho preso 90. Alla fine, l’ammissione è stata più difficile dell’esame. Ho scoperto che non era così complessa come tanti ragazzi pensano, le cose che faccio tutti i giorni sono molto più difficili. Mi sono iscritta a Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano: seguirò le lezioni online e andrò solo a fare gli esami. In contemporanea voglio continuare ad occuparmi di OFPassiON, l’azienda, che ho fondato con Francesco Baldassarre, si occupa di robotica educativa e che vuole utilizzare la robotica come mezzo per insegnare, dai più piccoli agli adolescenti, agli adulti e anche ai docenti».
La mission della tua azienda.
«Siamo convinti che si possa imparare in modo divertente, che si piò giocare anche mentre si impara. Utilizziamo la robotica per trasmettere soft skill legate a creatività, lavoro di gruppo: competenze che servono sia ai bimbi che ai manager aziendali».
Anche ai manager.
«Sì, anche a loro. La prendiamo un po’ come una sfida. Hanno tanti pregiudizi: ci vedono arrivare e si chiedono subito cosa possano insegnare loro una diciottenne e un ventiseienne. Il nostro obiettivo è smontare i loro pregiudizi, ovviamente farli divertire e dargli anche strumenti pratici per risolvere problemi nella loro azienda senza essere stressati».
É la prima volta che partecipi al Campus Party. Che ne pensi?
«Mi piace l’Area Experience, non vedo l’ora di veder volare i droni nella gabbia. Dai, ci sono anche le spade laser. É bello che tanti ragazzi sperimentino anche grazie ad appuntamenti come questo».
Un consiglio ai ragazzi che stanno cercando una loro strada.
«Il mio consiglio? Non farsi intrappolare negli schemi, tutti gli schemi, da quelli di genere a quelli familiari. Ognuno deve seguire la strada che più gli piace e soprattutto prima di cominciare l’Università e si buttarsi in una facoltà di cui magari non si sa niente, è sempre meglio sperimentare. Anche semplicemente navigando online».
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