Cyberbullismo in Sardegna, un adolescente su cinque ne è vittima: il patentino digitale 'Online on Life' contro i rischi online

Cyberbullismo in Sardegna, un adolescente su cinque ne è vittima: il patentino digitale 'Online on Life' contro i rischi online

In Sardegna quasi un adolescente su cinque subisce cyberbullismo. Il Corecom presenta il progetto 'Online on Life', un patentino digitale per insegnare ai giovani a navigare consapevolmente.
Cyberbullismo in Sardegna, un adolescente su cinque ne è vittima: il patentino digitale 'Online on Life' contro i rischi online

In Sardegna, quasi un adolescente su cinque subisce forme di cyberbullismo. Il dato, emerso durante il convegno Patentino digitale – Tutela dei minori nell’era digitale organizzato dal Corecom Sardegna nella sede del Consiglio regionale a Cagliari, traccia un quadro allarmante della sicurezza online dei giovani sardi.

A livello nazionale, la situazione non migliora: nel 2024 gli episodi di adescamento online ai danni di minori hanno sfiorato una media di otto casi al giorno.

Di fronte a questi numeri, la Società italiana di pediatria continua a raccomandare di non lasciare lo smartphone in uso autonomo prima dei 13 anni, evidenziando i rischi legati a un’esposizione precoce e non accompagnata alla rete.

L’evento, promosso in collaborazione con la Fondazione Articolo 49 e l’Ufficio scolastico regionale, ha messo al centro l’urgenza di dotare studenti e famiglie di strumenti di prevenzione concreti e adeguati alle nuove forme di violenza digitale.

Il progetto ‘Online on Life’: il patentino digitale e le competenze di cittadinanza

Il percorso formativo Online on Life è stato sviluppato dal Corecom Sardegna insieme alla Fondazione Articolo 49 e all’Ufficio scolastico regionale. Si articola in dieci moduli destinati agli studenti e ai docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Il programma affronta temi essenziali per la sicurezza online: cyberbullismo, hate speech, dipendenze digitali e diffusione delle fake news. Al termine del corso viene rilasciato un patentino digitale, una certificazione che attesta le competenze acquisite dai partecipanti.

Secondo Mario Cabasino, presidente del Corecom, “l’obiettivo è far sviluppare agli studenti competenze di cittadinanza digitale per navigare online in modo critico e responsabile, proteggendosi dai numerosi rischi del web“.

La certificazione non ha valore puramente simbolico: rappresenta uno strumento concreto per misurare la capacità degli studenti di riconoscere i pericoli digitali e adottare comportamenti consapevoli nella loro quotidianità online.

Le alleanze educative: scuola, famiglie e istituzioni contro l’isolamento digitale

Andrea Poli, presidente della Fondazione Articolo 49, ha richiamato l’urgenza di costruire una rete stabile tra istituzioni, scuole e operatori educativi per sostenere i docenti nell’affrontare le sfide poste da social media, intelligenza artificiale e tutela dei diritti costituzionali nell’ambiente digitale.

Marco Cervellini, responsabile formazione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ha individuato il nodo centrale del problema: la solitudine con cui i ragazzi navigano sul web rappresenta la vera criticità, più ancora degli aspetti puramente tecnologici.

A conferma di questa dimensione sociale emergono i dati citati da Mario Cabasino: secondo Save the Children, il 41,8% degli adolescenti tra 15 e 19 anni si è già rivolto all’intelligenza artificiale in momenti di tristezza o ansia, mentre oltre il 42% ha chiesto consigli per decisioni importanti.

Andreana Ghisu, in rappresentanza dell’Ufficio scolastico regionale, ha sottolineato il ruolo della scuola come presidio attivo nella prevenzione, richiamando la necessità di un’alleanza pedagogica tra famiglie, docenti e istituzioni per affrontare insieme i rischi digitali.

I rischi concreti: le dinamiche di adescamento e la sotto-denuncia

Il comandante regionale della Polizia postale Francesco Greco ha confermato che la maggior parte degli episodi di cyberbullismo in Sardegna non viene denunciata. Le forze dell’ordine hanno documentato casi concreti a Cagliari, Sassari e Olbia, dove minori sono stati adescati attraverso canali apparentemente innocui: videogiochi online, chat scolastiche e piattaforme social.

I ricatti si basano su contenuti privati condivisi dalle vittime, che vengono sfruttati per estorcere denaro, altre immagini o favori. Greco ha evidenziato la vulnerabilità dei ragazzi davanti a interlocutori che mascherano la propria identità dietro profili falsi.

Andreana Ghisu dell’Ufficio scolastico regionale ha richiamato il ruolo attivo della scuola nella prevenzione, promuovendo un’alleanza pedagogica tra docenti, famiglie e istituzioni per individuare i segnali precoci e favorire la denuncia tempestiva.

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