Il sistema scolastico italiano si prepara a una svolta storica con il decreto firmato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che prevede l’assunzione di 54mila docenti entro settembre 2025. Si tratta del numero più alto degli ultimi vent’anni, una misura senza precedenti che punta a garantire maggiore continuità didattica agli studenti e stabilità professionale agli insegnanti, con particolare attenzione ai posti di sostegno per gli alunni più fragili.
I dettagli normativi e le procedure di reclutamento
Il decreto ministeriale prevede una ripartizione strategica dei 54mila posti: 48.504 destinati alle scuole statali di ogni ordine e grado, di cui 13.860 specificamente per il sostegno, mentre 6.022 riguardano i docenti di religione cattolica attraverso il concorso bandito nel 2024.
Gli Uffici Scolastici Regionali (USR) gestiranno l’assegnazione effettiva dei contingenti, basandosi sui posti vacanti e il numero di aspiranti presenti a livello territoriale. Le assunzioni attingeranno principalmente dalle graduatorie dei concorsi PNRR del 2023 e 2024, oltre alle graduatorie ad esaurimento e ai vincitori dei concorsi precedenti. Per i posti di sostegno, eventuali residui saranno assegnati ai docenti specializzati nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze.
Le reazioni dei sindacati e le critiche sul sistema
Le organizzazioni sindacali hanno espresso posizioni contrastanti sul decreto ministeriale. Ivana Barbacci della CISL Scuola ha criticato la mancata copertura totale dei posti disponibili: “Le 48.000 assunzioni non assicurano il 100% dei posti, con soli 5.000 posti accantonati per il prossimo concorso ordinario”. La segretaria ha contestato “la logica di un ennesimo concorso” quando si prevedono elenchi regionali degli idonei nel 2026.
La Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL si è mostrata più severa, denunciando “poco più di 48 mila immissioni in ruolo a fronte di oltre 90 mila posti liberi in organico”. Il sindacato ha evidenziato come i contratti di supplenza supereranno nuovamente le 250 mila unità, confermando “un andazzo dannoso per alunne e alunni, privati della continuità didattica”.
Il futuro delle assunzioni e la stabilità nel sistema scolastico
Le 54mila assunzioni rappresentano un tentativo ambizioso di garantire maggiore stabilità al sistema educativo italiano, promettendo continuità didattica per gli studenti e sicurezza lavorativa per migliaia di docenti. Tuttavia, le critiche sindacali sollevano interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine: con oltre 90mila posti ancora vacanti e 250mila contratti di supplenza previsti, il decreto appare come una soluzione parziale. La vera sfida sarà verificare se questa misura riuscirà effettivamente a ridurre la precarietà strutturale che affligge la scuola italiana da decenni.