Diploma ottenuto tramite il ricorso al TAR: il caso di Nadir, studente pakistano

Diploma ottenuto tramite il ricorso al TAR: il caso di Nadir, studente pakistano

Il caso di Nadir, studente pakistano, rappresenta una controversia significativa nel sistema educativo italiano riguardo alla sua bocciatura all'esame di maturità.
Diploma ottenuto tramite il ricorso al TAR: il caso di Nadir, studente pakistano

Il caso di Nadir, studente pakistano, rappresenta una controversia significativa nel sistema educativo italiano. Nonostante fosse stato ammesso all’esame di maturità all’unanimità dal consiglio di classe e avesse completato cinque anni scolastici senza alcun debito formativo, Nadir è risultato l’unico non diplomato del suo istituto.

I legali hanno contestato la decisione, accusando la commissione d’esame di gravi violazioni normative, in particolare per non aver applicato gli strumenti compensativi previsti per studenti con bisogni educativi speciali. La normativa tutela infatti gli alunni con svantaggio linguistico e socio-culturale, categoria in cui rientra lo studente pakistano, garantendo supporti specifici durante le prove d’esame.

Il riesame delle prove scritte

Il 4 settembre, il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso presentato dai legali di Nadir, disponendo che una commissione riesaminasse le prove scritte. La svolta decisiva è arrivata attraverso l’analisi della prova d’italiano, dove gli avvocati hanno applicato il principio di “privilegiare la sostanza sulla forma del testo”.

Il tema di Nadir, incentrato sul concetto di “rispetto”, era stato penalizzato per errori grammaticali e di sintassi evidenziati in rosso. Tuttavia, la commissione di riesame ha riconosciuto la profondità del contenuto, stabilendo che “sulla base del contenuto quella prova non poteva essere considerata insufficiente”. Il 24 settembre, la commissione ha deliberato che Nadir conseguisse il diploma basandosi esclusivamente sui risultati delle prove scritte rivalutate.

Il sostegno del contesto scolastico

La vicenda di Nadir ha dimostrato come il supporto della comunità scolastica possa fare la differenza nei momenti più difficili. Fin dall’inizio della controversia, il ragazzo ha potuto contare sul sostegno incrollabile di amici, professori e compagni di classe, che hanno riconosciuto l’ingiustizia della bocciatura.

I suoi ex compagni hanno scritto una lettera aperta per testimoniare l’impegno costante dimostrato da Nadir durante tutto il percorso scolastico. Nel documento hanno raccontato i sacrifici sostenuti dal ragazzo per cinque anni, sottolineando come non avesse mai saltato una giornata di scuola nonostante il lungo tragitto casa-istituto.

Il percorso accademico di Nadir parla da solo: sempre promosso senza mai un debito in cinque anni, con l’ammissione alla classe successiva deliberata all’unanimità del consiglio di classe nell’ultimo triennio. Un curriculum che ha rafforzato la posizione dei legali nel dimostrare la serietà e il merito del suo impegno scolastico.

La decisione giudiziaria e le prospettive future

Il Tribunale Amministrativo Regionale ha stabilito che Nadir potesse conseguire il diploma sulla base delle sole prove scritte, senza ripetere l’esame orale. La svolta decisiva è arrivata con l’applicazione di un principio innovativo, finora riservato ai concorsi pubblici: quando la differenza tra il voto ottenuto e la sufficienza risulta minima nella rivalutazione, non è necessario sostenere nuovamente la prova orale.

Questa decisione potrebbe costituire un importante precedente per ricorsi analoghi. Nadir è ora ufficialmente diplomato e attende l’udienza del 3 dicembre per la sentenza definitiva del Tar, che formalizzerà la pronuncia già comunicata all’Ufficio scolastico provinciale e all’istituto, permettendogli di ottenere materialmente il diploma.

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