La circolare del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, emanata lo scorso giugno, ha introdotto il divieto di utilizzo del cellulare nelle scuole secondarie di secondo grado, estendendo una normativa già esistente per le scuole medie. Il provvedimento, entrato in vigore dal 1° settembre 2023, vieta l’uso dello smartphone durante l’orario scolastico anche per finalità didattiche.
L’obiettivo della normativa mira a migliorare la concentrazione degli studenti e ridurre le distrazioni in aula, promuovendo un ambiente educativo più focalizzato sull’apprendimento e sul dialogo diretto tra docenti e alunni.
Le soluzioni operative adottate dalle scuole
Il panorama delle strategie organizzative per gestire i dispositivi mobili rivela un approccio prevalentemente flessibile da parte degli istituti scolastici. L’analisi condotta da Skuola.net evidenzia come la maggioranza delle scuole (56%) abbia optato per una soluzione pragmatica: permettere agli studenti di mantenere il telefono con sé, purché rimanga spento e riposto nello zaino, lontano dalla vista.
Una percentuale significativa di istituti (18%) ha invece implementato sistemi più strutturati, predisponendo spazi appositi all’interno delle aule per la custodia dei dispositivi. Soluzioni più rigide coinvolgono il 6% delle scuole, che richiedono la consegna diretta dei telefoni al personale docente o amministrativo, mentre il 4% utilizza custodie sigillate specifiche che impediscono l’accesso durante le ore di lezione.
Le strategie di raccolta centralizzata, con dispositivi custoditi in spazi comuni dedicati, interessano un ulteriore 4% dei casi. Emerge tuttavia un dato preoccupante: l’8% degli studenti segnala regole non ufficiali o poco chiare, mentre un residuale 4% riferisce l’assenza totale di applicazione del divieto nella propria scuola.
I modelli sanzionatori e l’applicazione delle penalità disciplinari
L’indagine di Skuola.net rivela approcci sanzionatori differenziati tra gli istituti scolastici. Il 41% delle scuole adotta un sistema a due fasi: richiamo verbale iniziale seguito da provvedimenti disciplinari più severi in caso di recidiva. Il 38% degli istituti applica invece una linea rigida sin dalla prima infrazione, con note disciplinari o sanzioni immediate.
Una percentuale significativa di scuole (5%) mantiene una gestione completamente soft, limitandosi esclusivamente a richiami verbali senza escalation disciplinare. Particolarmente preoccupante risulta il 16% degli intervistati che segnala l’assenza di una posizione chiara da parte della propria scuola riguardo alle conseguenze per i trasgressori, evidenziando incertezze nell’applicazione normativa e potenziali disparità di trattamento tra studenti di istituti diversi.
Il fenomeno del doppio telefono e la percezione degli studenti sull’efficacia del divieto
Il sondaggio di Skuola.net rivela una pratica diffusa tra gli studenti per aggirare il divieto: il cosiddetto “doppio telefono”. Questa strategia consiste nel consegnare un vecchio dispositivo inutilizzato mentre si tiene nascosto quello principale. Secondo il 18% degli intervistati, tale tattica riguarda la maggioranza o addirittura tutti i compagni di classe, mentre un ulteriore 14% la attribuisce solo ad alcuni studenti.
L’impatto del divieto sull’attenzione in aula presenta risultati contrastanti. Solo il 9% degli studenti nota un beneficio tangibile, descrivendo la propria classe come più concentrata rispetto al periodo precedente. La maggioranza del campione (55%) sostiene invece che nulla sia cambiato: chi vuole distrarsi trova sempre alternative, anche senza il cellulare a disposizione.
Emerge inoltre che circa un terzo degli intervistati (33%) ammette che alcuni compagni sono già stati sorpresi con il telefono in mano, pur senza subire conseguenze concrete. Solo il 6% riferisce di provvedimenti disciplinari effettivamente applicati.
Le implicazioni legali della custodia dei dispositivi mobili
L’avvocato Dino Caudullo, esperto in diritto scolastico, chiarisce le responsabilità degli istituti quando gli studenti affidano i propri dispositivi alla scuola. La custodia dei cellulari comporta un rapporto di deposito volontario che genera specifici obblighi di diligenza per l’amministrazione scolastica.
Gli istituti assumono la responsabilità della conservazione dei dispositivi dal momento della consegna fino alla restituzione. Questa responsabilità include la protezione da furto, danneggiamento o smarrimento durante l’orario scolastico. Le scuole devono adottare misure di sicurezza adeguate, come armadi con chiusura sicura o sistemi di identificazione univoca.
I rischi legali emergono principalmente in caso di danneggiamento o furto dei dispositivi custoditi. L’istituto può essere chiamato a rispondere civilmente del valore del bene, salvo prova di caso fortuito o forza maggiore. Per questo motivo, molte scuole stanno valutando polizze assicurative specifiche o clausole di esonero da responsabilità nei regolamenti interni.
L’analisi delle circolari già emesse rivela significative differenze nell’interpretazione della normativa. Emerge una distinzione importante tra gli istituti che estendono il divieto anche durante la ricreazione e quelli che consentono l’utilizzo nei momenti di pausa. Alcune scuole hanno inoltre coinvolto il corpo docente nelle restrizioni, richiedendo agli insegnanti di dare l’esempio limitando l’uso personale dei dispositivi durante le lezioni.